Una notte da leoni (2009)

Doug (Justin Bartha) sta per sposarsi e, come nella più classica delle tradizioni, decide di consumare l'addio al celibato a Las Vegas. Si fa accompagnare da tre amici: Phil (Bradley Cooper) mite insegnante di elementari, Stu (Ed Helms) dentista ossessionato dalla compagna e infine Alan (Zach Galifianakis), stravagante cognato di Doug. La prima serata nella capitale del gioco promette bene, anzi benissimo. I quattro si recano sul tetto del lussuosissimo albergo dove alloggiano e brindano in onore della loro amicizia.

Segue, per i quattro, un totale black-out e un disastroso risveglio (immemore) nella suite dell'albergo, totalmente messa a soqquadro. Sembra quasi che vi sia esplosa una bomba. Per di più trovano una tigre chiusa in bagno e un bebè da accudire. Come se non bastasse a Stu manca un dente e risulta misteriosamente scomparso il novello sposo Doug. Ai tre superstiti non resta quindi che rimboccarsi le maniche e intraprendere un itinerario per scoprire cosa sia accaduto durante la notte precedente.

L'uomo che verrà (2009)

L'anno è il 1944. Sui colli vicino Bologna si consuma una feroce lotta tra soldati tedeschi e partigiani. La comunità agraria assiste impotente al precipitare degli eventi, ma si sforza di restare agganciata ai ritmi usuali, alle pratiche secolari, vissute ormai come rifugio dagli orrori della guerra. La piccola Martina (Greta Zuccheri Montanari) è spettatrice attenta e al contempo distaccata; vive in un suo mondo da quando ha perduto il fratellino e da allora non ha più parlato. Sebbene sia chiusa nel suo mutismo non può fare a meno però di seguire tutto ciò che le accade intorno.

Sua madre Lena (Maya Sansa) è in attesa di un altro figlio e l'evento è seguito con grande trepidazione da tutta quanta la comunità. Purtroppo però il fratellino di Martina nascerà proprio la notte antecedente l'arrivo dei nazisti. Il rastrellamento è spietato e incondizionato. Uomini, donne, vecchi e persino i bambini vengono impietosamente trucidati. Martina, che era riuscita a nascondersi, viene ritrovata e chiusa in un'abitazione insieme a molte altre persone.

The Social Network (2010)

Harward, 2004. Il giovane studente Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg) viene lasciato dalla propria ragazza. Brillante programmatore, Mark riversa la sua frustrazione in un progetto denominato "FaceMash", piattaforma interattiva attraverso cui gli studenti di Harward possono votare il confronto tra diverse ragazze scelte a caso. Il successo del progetto consente a Mark di fuoriuscire dall'anonimato. Viene contattato dai gemelli Winklevoss che gli propongono di programmare per loro un sito che metta in comunicazione gli studenti di Harward: "HarwardConnection".

Subito dopo Mark incontra l'amico Eduardo Saverin (Andrew Garfield) e gli chiede mille dollari per finaziare il progetto "TheFacebook" con finalità molto simili a quelle proposte dai Winklevoss, in cambio di una percentuale su eventuali riscontri economici. Mark rifiuta un secondo incontro con i due gemelli e prosegue per la sua strada. Il sito vede ben presto la luce divenendo molto popolare non solo a Harvard, ma anche a Yale, Columbia e Stanford. Inevitabile l'ira dei Winklevoss.

Wall Street - Il denaro non dorme mai (2010)

L'ex magnate della finanza, il grande Gordon Gekko (Michael Douglas) esce di prigione dopo svariati anni di reclusione. Qualche anno dopo pubblica un libro che diviene ben presto un best seller che parla di un imminente crack finanziario globale. Nonostante il successo del libro, Gekko non viene creduto in quanto considerato ormai un pezzo d'antiquariato. Durante gli anni di carcere la figlia di Gekko, Winnie (Carey Mulligan) - che ha ripudiato il padre, reo a suo avviso di avere determinato la morte del fratello - inizia a frequentare un giovane broker, Jacob Moore (Shia LaBeouf).

Jacob si appresta a diventare un nome nel campo delle energie alternative, anche grazie alla guida sapiente del suo mentore Louis Zabel (Frank Langella). Questi però non naviga in buone acque da quando ha investito su alcuni titoli ritenuti altamente "tossici"; il disastro dunque è imminente e lo porterà alla scelta drastica di togliersi la vita. La responsabilità maggiore è da imputarsi a Bretton James (Josh Brolin), squalo della finanza che nega a Zabel l'appoggio necessario nel momento più critico.

Il regno di Ga'Hoole: la leggenda dei guardiani (2010)

Fin da piccolo, il giovane gufo Soren ha sempre ascoltato con interesse i racconti del padre sui cosiddetti "Guardiani di Ga'Hoole": eroici guerrieri alati in grado di liberare il popolo dei gufi dai malvagi Puri. Il fratello di Soren, il gufo Kludd, non riesce a comprendere fino in fondo la fascinazione per queste storie leggendarie; egli è più concentrato alle tecniche di caccia e volo e alla smania di diventare adulto. Durante una prova di volo, i due si ritrovano tra le grinfie dei Puri, i gufi malvagi protagonisti delle leggende narrate loro dal padre.

I Puri portano i giovani fratelli (insieme con altri gufi rapiti) alla St. Aegolius Academy, in un luogo lontanissimo da casa, dove verranno addestrati per essere guerrieri o lavoratori. I due vengono subito divisi: Soren sarà destinato alla fatica fisica, Kludd alla nobile arte del combattimento in volo. Il primo organizzerà una fuga, il secondo deciderà di rimanere al fianco dei leader dei Puri, nella speranza di divenire un guerriero invincibile. Soren incontrerà nuovi amici: l'Elfo, la Civetta e l'Allocco.

Tron Legacy (2010)

Kevin Flynn (Jeff Bridges), noto programmatore nonchè teorico di una nuova "umanità digitale", fondata nei meandri del cyberspazio, scompare verso la fine degli anni 80 lasciando il figlio Sam ai suoi nonni. La società fondata da Kevin, la ENCOM, è ormai un colosso informatico mondiale. Il trentenne Sam (Garrett Hedlund), proprietario di una fetta dell'azienda paterna, ruba i principali prodotti della ENCOM per metterli on line gratuitamente. Una sera riceve la visita del vecchio socio del padre Alan Bradley (Bruce Boxleitner).

Alan sostiene di avere ricevuto un misterioso messaggio proveniente dalla vecchia sala giochi fondata da Kevin, che sembrerebbe scritto proprio dall'amico scomparso. Sam decide di indagare; si reca nella sala nottetempo e, tra decine di vecchie console impolverate, trova un passaggio segreto che lo conduce fino al laboratorio del padre. Qui si imbatte in un computer collegato a un misterioso macchinario in grado di sprigionare un raggio smaterializzante.

The Town (2010)

A Charlestown, quartiere operaio di Boston, impazzano rapine e stupri e vige la legge del più forte. Come una jungla in cui (e da cui) è impossibile districarsi, Charlestown impone le sue regole alle anime dannate che lo popolano. Senza alcuna differenza: non importa che sia prostituta, rapinatore, agente della polizia o direttrice di banca; in ogni caso le regole del quartiere condizioneranno le scelte individuali, al punto da potere cambiare il senso di un'intera esistenza nel giro di una manciata di ore. Tutto è esasperato a Charlestown.

Doug MacRay (Ben Affleck) è a capo di una banda di rapinatori. Doug ha la stoffa del leader: è freddo e sa mantenere alta la concentrazione anche nei momenti più concitati di una rapina in banca. Ma non può sempre tenere a bada i suoi soci, come James Coughlin (Jeremy Renner), maniaco compulsivo che perde facilmente la testa. Accade così che, durante una rapina, James decida spontaneamente di portare con sè un ostaggio: la direttrice della banca Claire Keesey (Rebecca Hall).

Animal Kingdom (2010)

L'incipit è da brivido, e i suoi effetti vi rimarranno dentro, impressi a fuoco, per molto tempo. Melbourne. Un diciassettenne guarda la tv insieme alla madre. Entrambi sono seduti su un divano. Dinanzi a loro il più classico dei videoquiz. Lui si chiama Josh (James Frecheville) ha lo sguardo spento, puntato verso il teleschermo. La madre è già in coma per overdose. All'improvviso irrompono due paramedici e cercano di rianimare la donna. Invano. Rimasto orfano, il giovane cerca l'aiuto di nonna Janine (Jacki Weaver) che lo accoglie a braccia aperte e ben presto lo invita a stabilirsi da lei. 

Janine vive con i suoi figli Andrew detto "Pope" (Ben Mendelsohn), Graig (Sullivan Stapleton) e Darren (Luke Ford). Si tratta di una famiglia decisamente fuori dalla norma, visto e considerato che i quattro sono criminali incalliti costantemente tenuti d'occhio dalle autorità locali. Quando Pope riappare, dopo un lungo periodo di latitanza, ecco che ricominciano i guai, che finiranno per coinvolgere - suo malgrado - anche Josh. Il giovane imparerà presto che non si sfugge alle leggi del regno "animale". 

Machete (2010)

Continua l'esperimento cinematografico promosso e condotto, fino a ora con successo, dai gemelli terribili Robert Rodriguez e Quentin Tarantino. Il progetto definito "Grindhouse", dal nome dei film a due episodi exploitation degli anni '70 proiettati nei drive-in, ebbe come primo risultato il micidiale binomio Death Proof - A prova di morte (diretto da Quentin) e Planet Terror (di Rodriguez), uscito nel 2007. Pellicola appositamente rovinata, colonna sonora spesso fuori sincrono, effettacci e parolacce. Insomma una manna per i fans del genere.

Machete ha le fattezze di Danny Trejo, uomo di poche parole e molti fatti, con la predilezione per le armi da taglio, ex agente federale messicano ritiratosi e creduto morto dopo la truce uccisione della moglie da parte di Torrez (Steven Seagal). Caduto in disgrazia, lavora come operaio a giornata in Texas, odiato come tutti i suoi connazionali dagli autoctoni rappresentati dal senatore McLaughlin (Robert de Niro) e dai suoi vigilantes sempre a caccia di messicani da rispedire oltre il confine.

Kick-Ass (2010)

Quante volte avremmo voluto indossare i panni del supereroe per ripulire la nostra città, o perfino il mondo intero dalle troppe ingiustizie che lo governano? Sembra un pensiero banale, legato all'adolescenza soprattutto dei maschietti, di solito divoratori di fumetti. E invece ritengo che rimanga un chiodo fisso anche nella maturità: il pensiero cioè di potere superare i limiti dell'umano, per potersi mettere al servizio della comunità, o per compiere le più atroci nefandezze. Questo l'assunto di base di questo film godibilissimo tratto dal fumetto di Mark Millar.

Dave Lizewski (Aaron Johnson), studente delle superiori newyorkese, appassionato di fumetti, è ossessionato proprio da questo quesito: perchè tra i tanti (folli) amanti dei supereroi nessuno decide di indossare un costume con l'intento di fare giustizia, punendo i cattivi e proteggendo i buoni? Dal porsi il problema a metterlo in pratica il passo è breve e il ragazzo si trova presto a sorvegliare le strade di New York con indosso un ridicolo costume giallo e verde, nei panni di Kick-Ass.

Devil (2010)

Il tema della possessione demoniaca è stato affrontato in innumerevoli occasioni, più o meno riuscite; ma l'argomento di per sè affascina e seduce sempre. L'incarnazione per eccellenza è datata 1973, nel meraviglioso film di William Friedkin L'Esorcista. Da allora si è andati alla ricerca di un'emulazione del capostipite con qualche successo di botteghino (su tutti L'esorcismo di Emily Rose, che ha un po' rilanciato il genere). Oggi ci prova il talentuoso regista indiano M.N.Shyamalan (Il Sesto senso, The Village) nella veste di scrittore/produttore con questo Devil dai risultati piuttosto altalenanti.

Cinque persone rimangono bloccate in un ascensore che si è inspiegabilmente fermato. Vengono mandati subito i soccorsi per cercare di risolvere il problema, ma anche questi non vanno a buon fine, causando tragiche conseguenze. Intanto all'interno dell'abitacolo elevatore la tensione cresce, fino a quando, dopo un breve blackout, uno dei cinque "passeggeri" (tre uomini e due donne) viene trovato inspiegabilmente morto a causa di una brutale ferita infertagli.

Vallanzasca - Gli Angeli del Male (2010)

Ecco l'ennesimo interessantissimo film di Michele Placido, uno dei pochi registi italiani in grado di conferire alle sue opere una caratura internazionale, garantendo così al nostro cinema un posticino al sole rispetto alle grandi produzioni americane e europee. E infatti, pur raccontando una storia italianissima, il lavoro di Placido non teme alcun confronto con i grandi capolavori biopic del cinema più o meno recente. Come nello Scarface di De Palma o nel Nemico Pubblico di Michael Mann, Vallanzasca analizza la parabola ascendente/discendente di un "Angelo del Male".     

Fin dai primi anni '70, la banda del rapinatore Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) si diede alla bella vita in una Milano in cui il mondo della mala è dominato dal potere incontrastato di Francis Turatello, detto "Faccia d'angelo" (Francesco Scianna). Un periodo d'oro che venne interrotto dal primo arresto di Renato, accusato di una rapina ad un furgone portavalori e trasferito nel carcere di San Vittore, da cui riuscì ad evadere dopo 4 anni e mezzo.

Il Cigno nero (2010)

Sulla scia di The Wrestler, il giovane e talentuoso regista Darren Aronofsky elabora nuovamente un'opera interamente sulle spalle del protagonista principale, che stavolta sono quelle fragili di Natalie Portman. La prima volta era toccato a Mickey Rourke il compito di portare sul set molte delle sue personalissime cicatrici (fisiche e non); alla Portman invece va il merito di avere sostenuto tutto il peso di una sceneggiatura complicatissima e a tratti insostenibile, dovendo costruire passo passo e (letteralmente) in punta dei piedi un personaggio inquietante e indimenticabile.  

Nina (Natalie Portman) è una bravissima ballerina del New York City Ballet, che sogna da tutta la vita il ruolo della protagonista e un amore che la risvegli da un'adolescenza mai finita. Tra una madre frustrata (Barbara Hershey), che la costringe a un allenamento estenuante, la nuova ballerina Lily (Mila Kunis), sensuale, estrosa e pronta a diventare la prima donna, e l'esigente coreografo Thomas Leroy (Vincent Cassel), che la mette a dura prova affidandole la controversa parte di Odette ne "Il lago dei cigni".

Hereafter (2010)

Quando, svariati mesi fa, lessi di questo progetto del grande Clint Eastwood non vi nascondo che ne fui perplesso. Immaginai un Eastwood poco ispirato, costretto a cavalcare l'onda (lunghissima) di un genere che conta svariati epigoni e che sembra davvero avere esaurito la possibilità stessa di raccontarci qualcosa di originale. Per fortuna, invece, quello che sempre più si conferma come uno dei registi più solidi e sensibili del cinema contemporaneo è riuscito a modellare in chiave personalissima un tema estremamente difficile e complesso.      

Il film narra le drammatiche vicende di tre individui la cui esistenza viene toccata dalla morte anche se in modi diversi. George (Matt Damon) è un operaio americano che ha un rapporto speciale con l'aldilà: egli infatti riesce a comunicare con i morti, ma farebbe di tutto per perdere questa capacità. Marie (Cécile de France) è una giornalista francese che ha avuto un'esperienza tra la vita e la morte che ha sconvolto tutte le sue certezze durante un terribile tsunami che si è abbattuto sull'Indonesia. 

Il Grinta (2010)

Ennesima, splendida perla prodotta dalla penna e dalla macchina da presa di Joel e Ethan Coen, i due fratelli terribili del cinema mondiale, divenuti ormai due autentici classici viventi. Stavolta viene affrontato (e per certi versi rigenerato) uno dei generi cinematografici per eccellenza, se non altro per tradizione e storia: il Western. E se è vero che già con il loro Non è un paese per vecchi, la metrica da "wild west" era stata in parte affrontata, con Il Grinta l'operazione diviene limpida e dichiarata, con risultati anche al di sopra delle nostre aspettative.

1870. La quattordicenne Mattie Ross (Hailee Steinfeld) si mette in viaggio verso Fort Smith, nell'Arkansas, determinata ad ottenere giustizia per la morte del padre, ucciso a sangue freddo dal codardo Tom Chaney (Josh Brolin) per due pezzi d'oro. L'uomo è fuggito in territorio Indiano, facendo perdere le sue tracce, ma Mattie è risoluta e vuole vederlo impiccato a tutti i costi. Così chiede aiuto a uno degli sceriffi della città, l'ubriacone dal grilletto facile Rooster Cogburn (Jeff Bridges).

Kill me please (2010)

Grazie all'ultima fatica del bravo Olias Barco, la commedia noir ha un nuovo punto di riferimento. Kill me please, infatti, ha il merito di spostare in avanti la linea di confine tra macabro e divertente, utilizzando i registri del cinema autoriale per discutere, con grande ironia, un tema forte e problematico come la scelta del suicidio. La grande ironia del film sta nelle situazioni, ma anche nel sottile messaggio di fondo riguardante il caso e le infinite variabili della psiche umana, in grado di sconvolgere qualsiasi pianificazione.

il Dottor Kruger (Aurélien Recoing) vuole dare un senso al suicidio. Il suo sogno è creare una struttura terapeutica dove darsi la morte non sia più considerata una disgrazia ma un atto consapevole svolto con assistenza medica. La sua clinica esclusiva richiama l'attenzione di un gruppo di strani personaggi, accomunati dal desiderio di morire. Dopo essersi consultati con Kruger sulle motivazioni che li spingono a farla finita, ciascuno di loro ha diritto a esprimere un'ultima richiesta.

Con gli occhi dell'assassino (2010)

Sembra ormai assodato che l'horror contemporaneo trovi negli autori iberici la ricetta ideale per non atrofizzarsi nel gusto dell'effettaccio a tutti i costi, del sangue o della paura fine a se stessa (vedi i vari Paranormal activity, Last Exorcism e affini) di cui è responsabile soprattutto l'industria del cinema americana. Stavolta è Guillem Morales a deliziarci con una pellicola capace di (ri)generare la tensione manipolando l'elemento cardine, forse il più antico e ancestrale, della nostra percezione della paura, cioè il buio.

All'indomani del misterioso suicidio di Sara, la sorella gemella diventata cieca a causa di una malattia degenerativa, Julia (Belén Rueda) inizia a convivere con la consapevolezza di un presenza indefinita che sembra aver avuto un ruolo da protagonista nell'intera vicenda. Nell'oscurità di una tetra abitazione segnata dal marchio indelebile dell'assassinio e nelle ombre sempre più frequenti che appannano la sua vista, la donna intravede i contorni di uno sconosciuto che l'attende nascosto nell'oscurità.

Ladri di cadaveri (2010)

Dopo avervi parlato del ritorno del grande Sam Raimi alla verve delle origini, con il suo Drag me to Hell, è con grandissima gioia che posso esservi testimone del ritorno di un altro gigante della dark comedy degli anni'80: John Landis, che di certo non ha bisogno di presentazioni (l'elenco dei suoi capolavori sarebbe troppo lungo, basti citare The Blues brothers, Un lupo mannaro americano a Londra, e Una poltrona per due) e che ultimamente aveva perduto buona parte del suo smalto. Questo Ladri di cadaveri rappresenta quindi una bella sorpresa per i suoi tanti estimatori.

Edimburgo, 1820. William Burke (Simon Pegg) e William Hare (Andy Serkis) sono due strampalati criminali che cercano di sbarcare il lunario. Dopo l'ennesima impresa commerciale fallita, ritornano alla pensione di Hare e scoprono che il loro inquilino è morto il giorno in cui doveva pagare l'affitto. Mentre la coppia decide di come liberarsi del corpo, si rendono conto che un cadavere può fruttare una bella somma: i medici di Edimburgo cercano disperatamente cadaveri per le loro lezioni di anatomia.

The Hole (2010)

Tra i vari ritorni illustri dietro la macchina da presa che abbiamo accolto in questa rubrica, quello del grande Joe Dante è apparentemente il più debole. Il mitico regista di Gremlins e Piranha è indubbiamente meno dotato (e folle) di Sam Raimi e John Landis. La forza del suo cinema risiedeva nel sottotesto politicizzato più che nelle invenzioni visive o narrative, sebbene alcuni suoi lavori si siano impressi indelebilmente nell'immaginario giovanile degli anni '80 per la capacità di fotografare le inquietudini di tutta una generazione di cinefili e non.

L'arrivo in una città di provincia di Dane (Chris Massoglia) e Lucas (Nathan Gamble), due giovani fratelli da poco trasferitisi da Boston con la madre, non sembra aver destato molto scalpore. Annoiati dalla monotona vita di paese e spesso chiusi in casa, i due incappano casualmente una misteriosa botola serrata, nascosta sotto un tappeto nello scantinato. Dopo aver fatto amicizia con la vicina di casa Julie (Haley Bennett), i tre decidono di aprire i lucchetti che tengono chiusa la botola.

Buried - Sepolto (2010)

Torniamo a parlare di ottimo cinema iberico, grazie al coraggio e al talento di Rodrigo Cortés, regista emergente che stupisce tutti e strega letteralmente il "Sundance" con un'opera costruita su un'incredibile unità spazio-temporale. Buried tiene con il fiato sospeso e instilla nello spettatore l'esigenza di fuggire via da un incubo insopportabile ma tremendamente accattivante nella sua costruzione. Il film, che si inserisce nel filone a basso costo che ha portato al successo alcune produzioni più o meno recenti (soprattutto horror), ha anche il merito di non scadere negli eccessi interpretativi.

Non si sa niente di Paul Conroy (Ryan Reynolds), solo che si è risvegliato dopo aver perso i sensi e si è ritrovato al buio, rinchiuso in una cassa di legno sotto le sabbie del deserto iracheno. Di lavoro fa il trasportatore per una società americana e dopo un'imboscata si ritrova sepolto vivo, con poca aria a disposizione, un telefono cellulare con l'impostazione sulla lingua araba, un accendino e un'ansia terrificante che non gli permette di ragionare lucidamente.