Ecco l'ennesimo interessantissimo film di Michele Placido, uno dei pochi registi italiani in grado di conferire alle sue opere una caratura internazionale, garantendo così al nostro cinema un posticino al sole rispetto alle grandi produzioni americane e europee. E infatti, pur raccontando una storia italianissima, il lavoro di Placido non teme alcun confronto con i grandi capolavori biopic del cinema più o meno recente. Come nello Scarface di De Palma o nel Nemico Pubblico di Michael Mann, Vallanzasca analizza la parabola ascendente/discendente di un "Angelo del Male".
Fin dai primi anni '70, la banda del rapinatore Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) si diede alla bella vita in una Milano in cui il mondo della mala è dominato dal potere incontrastato di Francis Turatello, detto "Faccia d'angelo" (Francesco Scianna). Un periodo d'oro che venne interrotto dal primo arresto di Renato, accusato di una rapina ad un furgone portavalori e trasferito nel carcere di San Vittore, da cui riuscì ad evadere dopo 4 anni e mezzo.
In un crescendo di violenza e brutalità, la banda consumò un omicidio dopo l'altro e la sua fama continuò a crescere insieme alla notorietà del carismatico leader, che ben presto decise di fare il salto di qualità e di allargare l'attività entrando in un mercato più remunerativo e meno rischioso: quello dei sequestri di persona. Ma l'uccisione di due poliziotti presso il casello di Dalmine segnò per sempre in modo tragico il suo destino.
Ultimata la visione di Vallanzasca mi sono chiesto a cosa servissero tutte quelle voci sull'inopportunità di esaltare una figura talmente sanguinaria facendone "addirittura" un film. Mi sono chiesto se quei critici ci credessero sul serio; se davvero auspicassero la negazione o la censura di un elemento così pregnante nell'animo umano: il fascino del Male. La risposta è ovviamente SI. C'è sempre il timore che un'opera come questa possa istigare all'emulazione, o mancare di rispetto alle famiglie delle vittime della "belva" di turno. Nessuno (o quasi) invece punta l'indice contro la deriva dei valori, prerogativa di certo pessimo cinema nostrano (per non parlare dei modelli televisivi). La costruzione di un sano sistema di valori non può - e non deve - nascere dalla censura, ma dal coraggio di affrontare anche gli aspetti più seduttivi del Male fornendo però le giuste categorie per discernere quale sentiero sia giusto imboccare.
Michele Placido probabilmente non intendeva realizzare un film dagli intenti "sociologici" che indagasse su certa criminalità che esplose più tra i salotti che nei bassifondi. Semmai sembra puntare sulla totale 'immersione nel personaggio. Tecnicamente Placido è in costante crescita. Anzi, più invecchia e più si snelliscono e "ringiovaniscono" lo sguardo e la verve che ne guidano la macchina da presa. I momenti più concitati e serrati di Vallanzasca potrebbero essere tranquillamente girati dal migliore Oliver Stone (non è uno scherzo); sceneggiatura e dialoghi poi sono quanto di più intrigante e vivace abbia prodotto il nostro cinema negli ultimi anni. Ottimo e di altissima qualità anche il lavoro sulle musiche a cura dei Negramaro. L'interpretazione di Kim Rossi Stuart poi è pressoché perfetta e probabilmente non riusciremo più a vederlo così cattivo e sensuale come nei panni dell'efferato criminale milanese. Correte a vederlo!
GIUDIZIO: 8,5/10
SITO UFFICIALE: n.p.
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Scheda del film:
Lingua originale: Italiano
Paese: Italia, Francia, Romania
Anno: 2010
Durata: 125 min
Genere: biografico, poliziesco
Regia: Michele Placido
Soggetto: Autobiografia di Carlo Bonini e Renato Vallanzasca
Sceneggiatura: Gerardo Amato, Antonella d'Agostino, Andrea Leanza, Antonio Leotti, Angelo Pasquini, Michele Placido, Andrea Purgatori, Kim Rossi Stuart, Toni Trupia
Produttore: Elide Melli
Casa di produzione: 20th Century Fox Italia, 21st Century Fox, Babe Film, Comune di Milano, Cosmo Production, FIP, Lombardia Film Commission, Mandragora Movies
Distribuzione (Italia): 20th Century Fox Italia
Art director: Daniela Zorzetto
Fotografia: Arnaldo Catinari
Montaggio: Consuelo Catucci
Effetti speciali: Stefano De Gennaro
Musiche: Davide Cavuti, Negramaro
Scenografia: Tonino Zera
Costumi: Roberto Chiocchi
Trucco: Federico Carretti
Interpreti e Personaggi:
Kim Rossi Stuart: Renato Vallanzasca
Filippo Timi: Enzo
Paz Vega: Antonella D'Agostino
Moritz Bleibtreu: Sergio
Francesco Scianna: Francis Turatello