Carissimo direttore, questo mio contributo si propone di invitare ad una più attenta riflessione su una problematica presente nella nostra vita e con la quale dovremo confrontarci sempre più nel futuro.
Carissimo direttore, soprattutto in vista delle tornate elettorali si discute molto del posto dei cattolici in politica e si evidenzia giustamente la loro scarsa incisività e la loro irrilevanza nel panorama politico attuale.
Carissimo direttore, in un mondo alle prese con preoccupanti sfide umanitarie, tra guerre e cambiamenti climatici, si avverte sempre più il bisogno di persone che, nel proprio piccolo, mettano da parte atteggiamenti di rassegnazione e di indifferenza e lavorino con umiltà per generare una cultura densa di valori positivi.
Tra gli scopi dell’associazione “Liberi di I Lavorare”, che presiedo ormai da anni, oltre a contrastare il fenomeno mafioso e portare avanti e diffondere i principi della legalità con la presentazione di libri ed iniziative varie, c’è anche quello di perpetuare la memoria di quanti a causa della mafia persero la propria vita.
Carissimo direttore, abbiamo recentemente ricordato Piersanti Mattarella, sottratto barbaramente all'affetto dei suoi familiari quando aveva appena compiuti 44 anni.
Carissimo direttore, abbiamo il dovere di non cancellare dalla nostra memoria coloro che hanno dato la vita per la democrazia, la giustizia, il bene comune.
Nella piazza della nostra bella cittadina un albero spande i suoi rami, si erge dinanzi alla Cattedrale tutta d'oro e illumina con le sue luci gli occhi dei passanti.
Carissimo direttore, probabilmente molti di noi hanno avuto modo di visitare i luoghi della Terra Santa e ricordano le interminabili file dei pellegrini provenienti dai Paesi più lontani per accedere nella chiesa del Santo Sepolcro e negli altri luoghi sacri.
Un ricordo dell'ex primo cittadino nel giorno del primo anniversario della sua scomparsa
Carissimo direttore, ritengo doveroso ricordare a me stesso ed ai miei concittadini, anche a nome di alcuni amici, la figura di Enzo Giangreco nel 1° anniversario della sua scomparsa.
Carissimo direttore, in questo momento storico abbiamo pochi motivi per esultare o, più semplicemente, per guardare con serenità al nostro futuro e a quello delle nuove generazioni.