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I nostri adolescenti come giganti d'argilla

| Stefano Gorgone | L'opinione
fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
i recenti tragici fatti che hanno visto coinvolti giovani ed adolescenti non possono non farci interrogare sulle difficoltà che essi incontrano nella vita di ogni giorno, ma anche sul ruolo educativo sempre più complesso degli adulti e, in particolare modo, dei genitori.

Senza avere in alcun modo la pretesa di spiegare in maniera esaustiva le nuove forme del disagio giovanile mi soffermerò brevemente sul ruolo genitoriale. Non deve sorprendere il successo e l'interesse suscitato dalla serie televisiva Netflix “Adolescence” che racconta la storia di un tredicenne accusato di avere ucciso una coetanea.

La serie mette a fuoco le difficoltà degli adolescenti di oggi causate dal bullismo e dal cyberbullismo e il senso di impotenza di una generazione di genitori che non conosce chi siano realmente i figli e cosa fare per prevenire il loro disagio. Vi sono genitori che li riempiono di esperienze e di attenzioni, ma non sanno ascoltare la loro voce e le loro emozioni. Provano a proteggerli da ogni forma di esperienza negativa e dolorosa facendoli crescere, come afferma la psicologa Loredana Cirillo, “ fragili, giganti d'argilla pronti a crollare non appena si troveranno di fronte alle inevitabili difficoltà della vita.”

Vi sono anche genitori molto impegnati nel raggiungimento dei propri obiettivi lavorativi e del proprio successo e non si accorgono che i figli parcheggiati dinnanzi agli schermi televisivi e agli smartphone non sanno leggere, scrivere, esprimere contenuti e sono resi inebetiti e violenti dai videogiochi e dai rapper. Sono genitori che non sono disposti a rinunciare alla vita comoda, alle illusioni, ad ascoltare il grido di dolore ed il malessere dei figli, a comprendere il loro incolmabile senso di vuoto che si può manifestare anche attraverso forme di ansia ed atti violenti. Costoro tradiscono il ruolo genitoriale, le promesse di amore, di comprensione e di protezione.

Tutte le ragazze e i ragazzi, infatti, hanno bisogno di genitori che non vogliano imporre sempre i loro punti di vista, ma che siano capaci di ascoltarli anche se a volte le parole appaiono vuote e prive di senso, adulti capaci di riconoscere i loro talenti, ma anche le fragilità ed il malessere psicologico, piuttosto che mortificarli e punirli o farli sentire colpevoli davanti agli insuccessi ed alle insicurezze. Adulti capaci di intercettare precocemente la difficoltà degli adolescenti a relazionarsi e a conquistare amicizie, di gestire la loro rabbia, di dare voce al loro dolore, ma anche capaci di suscitare speranza, di far capire loro di essere amati e desiderati.

In una società in cui molti giovani soffrono di solitudine affettiva, ma anche sociale ed esistenziale, ciò che può fare davvero la differenza è il sentirsi compresi e valorizzati per quello che si è, avere legami profondi, sapere che nel momento del bisogno c'è sempre qualcuno capace di supportarti, di farti capire che il dolore ed il fallimento fanno parte della vita e che le difficoltà incontrate vanno affrontate e superate e non evitate o rinviate, qualcuno che rispetti la tua autenticità e il tuo diritto di esistere.

· Enzo Ganci · Editoriali

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