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Siamo tutti dis-umani

| Romina Lo Piccolo | L'opinione
fumetto di Romina Lo Piccolo

Indignazione, condanna, scoramento, impotenza. Tutti. Genitori, educatori, amministratori, siamo stati scrollati dalla nostra quiete quotidiana di fronte alle ultime, inaccettabili, notizie di giovanissime cui è stata, ancora, tolta la vita.

Eventi distruttivi, drammatici, dolorosi. E ogni volta si ripete lo stesso refrain, invariato. Gli psicologi a ruota con le loro analisi, i docenti a interrogarsi sugli aspetti deficitari dei processi educativi, il ministro dell'Istruzione di turno a proporre riforme dei curriculi, i politici a lanciare manifestazioni e fiaccolate.
Ma gli accadimenti di questi giorni interpellano la coscienza di ciascuno, ci inchiodano a responsabilità ormai improcrastinabili. Perché ad essere direttamente chiamata in correità è la comunità sociale tutta, a partire dalla famiglia. È lì che la storia comincia, la storia individuale, e quindi quella collettiva.

È in quel terreno domestico che i nostri figli non trovano più radici e crescono su una superficie infertile e improduttiva. La crisi della famiglia è alla radice della crisi sociale che irreversibilmente segna il nostro mondo. La pervasività del web e il suo uso precoce da una parte e la narcisizzazione dei figli iperaccontentati, cui non viene più rivolto un "no", rappresentano l'orizzonte entro cui si collocano, oggi, le relazioni di crescita.
Si assiste, dunque, all'interno della famiglia, alla riduzione, se non all'azzeramento, degli spazi di relazione e di ascolto, a favore dell'espansione dilagante del web.
Proprio all'interno della famiglia i figli esplorano, tristemente, una sempre maggiore connessione con la realtà virtuale a fronte di una crescente disconnessione da quella reale. Succede, paradossalmente, che i figli cerchino i genitori, piuttosto che in casa, sui social, perché è lì che hanno la certezza di trovarli attivi!

Così nei meandri del web i nostri ragazzi cercano riparo e attenzione. Nella rete virtuale dei videogiochi, delle chat e dei social gli adolescenti conquistano una "visibilità sociale" con cui compensano l' "invisibilità" domestica di cui diventano vittima. Perché gli adulti, talvolta, non si accorgono nemmeno dei bisogni dei figli, tantomeno di quelli emotivi.
In questa fuga nel web, i nostri giovani diventano dunque sempre più scollati dalla realtà, distanti dalla vita reale, incapaci di tollerare le frustrazioni e di riconoscere le proprie emozioni, quelle altrui e, in ultima analisi, il senso dell'essere umano, che consiste nell'empatia per l'altro.

Stiamo assistendo, e lo dimostrano i fatti efferati delle ultime settimane, ad una dis- umanizzazione delle relazioni e dei legami, ad una difficoltà alienante di percepire l'altro come umano. È una sconfitta culturale, sociale, politica, religiosa, antropologica. Non c'è più tempo da perdere.
Occorre un'alternativa educativa trasversale che integri interventi formativi a vari livelli e in ogni ambito della crescita dei giovani, dalla scuola allo sport, dai centri di aggregazione alle associazioni, dalla famiglia alla Chiesa.
Bisogna tirare fuori i ragazzi dal buco nero del web e metterli su un prato, in mezzo alla natura, a guardare il cielo, a imparare a guardare l'altro negli occhi. E noi adulti, a nostra volta, dobbiamo tornare a guardare i loro di occhi.
Dobbiamo imparare a comprenderli, nell'accezione etimologica, che ci salva sempre, del latino "comprehendere", prendere con sé, farsi carico, abbracciare!

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 3 aprile – L’ingresso del sindaco Alberto Arcidiacono in Forza Italia, con tanto di comunicato stampa corredato di foto, mossa che mancava solo del crisma dell’ufficialità, segna un preciso spartiacque nella politica recente della nostra cittadina.

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