fumetto
di Giuseppe Leto
L’analisi di Elly Schlein sul piano sicurezza proposto da Ursula Von der Leyen, a mio avviso, è corretta; come è giusta quella di cui all’articolo dell’Associazione Argomenti 2000, organizzatrice della manifestazione del 15 marzo a Roma.
La risposta di Elly Schlein sul piano sicurezza proposto da Ursula Von der Leyen, a mio avviso, è sbagliata, come è vaga la risposta dell’Associazione Argomenti 2000. La riduzione del dibattito politico su “armi sì, armi no” su “Ucraina sì, Ucraina no”, a mio avviso, è fuorviante, rischiosa per il presente e per il futuro delle nuove generazioni.
Equivale alla presunzione di chi giudica la luna concentrato sul dito che la punta ed è questo un esercizio degno del M5S e della Lega, non del PD.
In contesti gravi come quello che si sta attraversando, che impegna il destino delle future generazioni, partire da posizioni precostituite è sbagliato. Si parte dalla realtà. Un progetto sicurezza è tale se parte dal contesto di riferimento.
Se un ingegnere seduto alla scrivania disegnasse una casa sulla base degli insegnamenti acquisiti farebbe un esercizio, ma non un progetto che è il frutto della valutazione delle opportunità, dei limiti e delle risposte coerenti ed appropriate.
Il contesto nel quale si articola oggi il dibattito politico è segnato dall’accerchiamento che si sta consumando contro le democrazie da parte delle autocrazie, delle dittature, dei confessionalismi, del potere economico finanziario dall’esterno e nel quale il potere economico finanzia gli estremismi ed i populismi per scardinarlo dall’interno.
È questo il grumo di interessi che gongola delle incertezze e delle contrapposizioni spesso strumentali che contribuiscono a logorare le democrazie alimentando tra la gente il disgusto e la riprovazione.
Questo è il contesto nel quale le democrazie, che per intrinseca natura sono pacifiste, tesi a perseguire la giustizia sociale, la sanità universale, il lavoro e la sua sicurezza, un sistema pensionistico equo sono sotto il tiro esterno ed interno, Questo e il perimetro di una lotta al sistema che con il bagaglio dei suoi valori estesi fino alla salvaguardia del pianeta risulta ingombrante per lo sfruttamento e limitativo delle libertà dei potenti. Stabilito il perimetro dello scontro è da masochisti segnare dentro le democrazie confini tra pacifisti e guerrafondai.
La democrazia è un sistema; è il raspo che tiene gli acini della pace, della giustizia sociale, del lavoro, della sanità, della previdenza e di tutti quei valori che le sono propri. L’attacco oggi è al raspo che se viene reciso si porta dietro tutto il resto.
Ecco il motivo per cui bisogna partire da lì. Da come si difendono le democrazie da questi attacchi e dai suoi innegabili affaticamenti, dai suoi malesseri cronici.
Qui non si fa la conta , né si fanno le graduatorie dei pacifisti.
Qui gli interrogativi sono:
Come si difende la democrazia dall’ingordigia sfrenata di chi le vuole abbattere? (obiettivo)
Quali risorse umane e materiali, contingenti e strutturali, sono necessarie? (contenuti)
Come si articolano le risorse, come si organizzano? (metodi).
Visto sotto questi aspetti, ritengo corretta l’analisi, ma sbagliata la posizione del PD perché divisiva e dà un segnale incoraggiante al campo avverso. Più opportuna sarebbe stata una risposta pubblica di adesione, magari con riserva, riservandosi un confronto serrato nelle sedi appropriate
Ritengo sbagliata la risposta della Von der Leyen perché parte dalla coda. Cioè dai metodi senza stabilire prima in quale direzione andare e cosa occorre per arrivarci.
Ritengo le posizione dell’ Associazione Argomenti 2000 insufficiente. Ciò non toglie che la manifestazione del 15 marzo non sia benemerita, anzi è auspicabile che crescano nel Paese sentimenti di rivolta verso le oppressioni reali e quelle che si paventano e che i democratici manifestino più numerosi in tutte le piazze d’Italia, per fermare la deriva.
In questo momento particolarmente delicato per le democrazie e per le sorti delle future generazioni dispiace assistere purtroppo nel Paese ad organi di partito attardati sulla difesa degli orticelli, a circoli territoriali affetti da autismo politico, sordi ad assolvere al mandato di organismi preposti alla sollecitazione di dibattiti aperti, costruttivi, partecipati. Una carenza che segna un punto in più per chi avversa le democrazie.