Ennesima, splendida perla prodotta dalla penna e dalla macchina da presa di Joel e Ethan Coen, i due fratelli terribili del cinema mondiale, divenuti ormai due autentici classici viventi. Stavolta viene affrontato (e per certi versi rigenerato) uno dei generi cinematografici per eccellenza, se non altro per tradizione e storia: il Western. E se è vero che già con il loro Non è un paese per vecchi, la metrica da "wild west" era stata in parte affrontata, con Il Grinta l'operazione diviene limpida e dichiarata, con risultati anche al di sopra delle nostre aspettative.
1870. La quattordicenne Mattie Ross (Hailee Steinfeld) si mette in viaggio verso Fort Smith, nell'Arkansas, determinata ad ottenere giustizia per la morte del padre, ucciso a sangue freddo dal codardo Tom Chaney (Josh Brolin) per due pezzi d'oro. L'uomo è fuggito in territorio Indiano, facendo perdere le sue tracce, ma Mattie è risoluta e vuole vederlo impiccato a tutti i costi. Così chiede aiuto a uno degli sceriffi della città, l'ubriacone dal grilletto facile Rooster Cogburn (Jeff Bridges).
Ma ad inseguire Chaney c'è anche il ciarliero Texas ranger LaBoeuf (Matt Damon), che dà la caccia al killer per riportarlo in Texas e riscuotere la grossa taglia che pende sulla sua testa, circostanza che porta il trio ad incontrarsi lungo la strada. I tre formano un gruppo piuttosto improbabile che cavalca verso un futuro oscuro e imprevedibile.
Nel valutare da un punto di vista meramente tecnico i film dei Coen si innesca sempre uno strano meccanismo: i registi di Minneapolis ci hanno talmente abituato alla perfezione stilistica di regia e fotografia, all'intelligenza nelle inquadrature e nei dialoghi e alla capacità di spremere al meglio gli attori, che diviene quasi "scontato" che tutto ciò debba verificarsi tutte le volte. Un po' come accade con i film di Clint Eastwood, la purezza tecnica delle loro opere è divenuta ormai un "punto di partenza" della critica piuttosto che uno dei nodi fondamentali da indagare e analizzare. Detto questo occorre anche fare un altro tipo di considerazione. I Coen sono sempre rimasti fedeli alla loro poetica e alla maniera (irresistibile) di interpretare la settima arte sempre e comunque; senza cioè che il cambio di genere potesse alterarne la personalità artistica, che ha attraversato indenne la commedia noir (Fargo), il comico surreale (Il Grande Lebowski) e persino il racconto yddish (A Serious Man). Stavolta è toccato al western. Ma l'operazione, più che una tappa sembra quasi un punto di arrivo.
Nel western i Coen trovano il "luogo naturale" per i loro personaggi grotteschi e per i tempi dilatatissimi a cui i due ci hanno abituati. Sorvolando ogni riferimento agli splendidi interpreti (tutti perfetti) mi soffermerei piuttosto proprio sul racconto e sul modo in cui viene genialmente dipanato. Leggibile come una sorta di Alice nel Paese delle meraviglie in chiave western, l'opera presenta anche un'interessantissimo sdoppiamento della narrazione. Assistiamo cioè al racconto di superfice, la storia della quattordicenne assetata di vendetta e dei suoi grotteschi compagni di viaggio. Ma al contempo siamo (piacevolmente) costretti a sorbirci tutte le storie di Grinta Cogburn e a "visualizzarne" le gesta senza che nessun flashback ci assista. Così i due cerchi concentrici mossi dalle pietre narrative lanciate dai Coen sul lago della loro storia, prendono direzioni diverse per riunirsi felicemente alla fine quando la storia (passata) del Grinta e la storia (futura) della giovane si riuniscono nell'immagine forte e insieme commovente di un sepolcro. Capolavoro assoluto.
GIUDIZIO: 9,5/10
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Scheda del film:
Titolo originale: True Grit
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 2010
Durata: 110 min/colore
Genere: drammatico, western
Regia: Joel e Ethan Coen
Soggetto: Charles Portis
Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen
Produttore: Ethan Coen, Joel Coen, Scott Rudin, Steven Spielberg
Produttore esecutivo: David Ellison, Megan Ellison, Robert Graf
Casa di produzione: Scott Rudin Productions, Skydance Productions
Distribuzione (Italia): Universal Pictures
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Roderick Jaynes
Musiche: Carter Burwell
Scenografia: Jess Gonchor
Costumi: Mary Zophres
Interpreti e Personaggi:
Jeff Bridges: Reuben J. "Rooster" Cogburn
Matt Damon: LeBouef
Josh Brolin: Tom Chaney
Hailee Steinfeld: Mattie Ross
Barry Pepper: "Lucky" Ned Pepper
Candidature e Premi
National Board of Review Awards 2010: miglior dieci film;
Premi BAFTA 2011: migliore fotografia;
10 nomination ai Premi Oscar 2011