Kevin Flynn (Jeff Bridges), noto programmatore nonchè teorico di una nuova "umanità digitale", fondata nei meandri del cyberspazio, scompare verso la fine degli anni 80 lasciando il figlio Sam ai suoi nonni. La società fondata da Kevin, la ENCOM, è ormai un colosso informatico mondiale. Il trentenne Sam (Garrett Hedlund), proprietario di una fetta dell'azienda paterna, ruba i principali prodotti della ENCOM per metterli on line gratuitamente. Una sera riceve la visita del vecchio socio del padre Alan Bradley (Bruce Boxleitner).
Alan sostiene di avere ricevuto un misterioso messaggio proveniente dalla vecchia sala giochi fondata da Kevin, che sembrerebbe scritto proprio dall'amico scomparso. Sam decide di indagare; si reca nella sala nottetempo e, tra decine di vecchie console impolverate, trova un passaggio segreto che lo conduce fino al laboratorio del padre. Qui si imbatte in un computer collegato a un misterioso macchinario in grado di sprigionare un raggio smaterializzante.
Il raggio proietta Sam all'interno della Rete, in un universo digitale popolato da programmi umanizzati; quindi viene subito spedito in un'arena dove dovrà battersi per la propria salvezza. Tratto in salvo dalla conturbante Quorra (Olivia Wilde), viene condotto in un luogo ai margini della rete dove ritrova l'anziano padre, che può così narrargli del suo clone Clu, di Tron e soprattutto degli ISO: programmi dal dna totalmente digitale nati nella rete.
L'opera di Joseph Kosinski, artista mutuato dall'universo del videoclip, è tanto un omaggio all'indimenticabile Tron del 1982, diretto dal regista visionario Steven Lisberger, quanto un coraggioso tentativo di intraprendere una strada diversa dall'originale, verso inediti risvolti riflessivi sul rapporto umano-digitale. Oltre che coraggioso tale tentativo è sicuramente doveroso, vista la distanza temporale (30 anni!) tra il lavoro di Kosinski e quello di Lisberberg che rappresentano anche un divario enorme dal punto di vista degli stimoli culturali e soprattutto tecnologici. Il mio approccio a Tron Legacy, lo ammetto, è stato all'insegna del più cupo scetticismo. Stanco di tanti, troppi prequel e sequel senza senso e soprattutto senza idee e con la minaccia incombente di un prequel nientemeno che di Blade Runner, temevo l'ennesima inevitabile delusione. E invece no. Dopo un inizio poco rassicurante, con la presenza di una discutibile versione digitale di Jeff Bridges giovane, e un eccesso di riferimenti "da contratto" al Tron originale, il film svolta decisamente (in senso positivo) dal momento in cui Sam viene proiettato nel mondo digitale.
Intendiamoci, dal punto di vista dello script Tron Legacy non aggiunge nulla alla storia del cinema e la qualità dei dialoghi non va mai al di là della sufficienza. Eppure l'opera sa imporsi in quanto indimenticabile esperienza audio-visiva. Il design di ambienti, costumi e veicoli è straordinario, e grandioso il soundtrack composto e eseguito dai Daft Punk, la cui genialità è stata spremuta per (ri)produrre un sostrato musicale e un'effettistica perfetti. Tron Legacy colpisce da un punto di vista meramente sensoriale, presentando un universo profondo e "levigato" in cui luci e suoni toccano corde nostalgiche in chi oggi ha 35/45 anni e che è stato un pioniere durante la golden age del videogame nell'era dei gloriosi 8bit!. Ma c'è di più. Abbandonata del tutto la speranza che la sceneggiatura possa realmente comunicarci qualcosa, potremo finalmente immergerci in un'esperienza digitale per certi versi "liturgica". Tron Legacy è ciò che James Cameron avrebbe voluto per il suo Avatar. Bastava dunque relegare Pandora entro confini strettamente digitali? Probabilmente si. Ma senza i Daft Punk sarebbe comunque stata tutta un'altra musica.
GIUDIZIO: 7/10
SITO UFFICIALE: http://www.disney.co.uk/tron/
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Trailer
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Scheda del film:
Titolo originale: Tron: Legacy
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno: 2010
Durata: 127 min/colore
Genere azione: fantascienza
Regia: Joseph Kosinski
Soggetto: sceneggiatura originale di Brian Klugman e Lee Sternthal
Sceneggiatura: Adam Horowitz, Edward Kitsis, Brian Klugman, Lee Sternthal
Produttore: Sean Bailey, Steven Lisberger, Jeffrey Silver, Bruce Franklin, Donald Kushner
Produttore esecutivo: Brigham Taylor
Casa di produzione: LivePlanet, Walt Disney Productions
Fotografia: Claudio Miranda
Montaggio: James Haygood
Effetti speciali: Quantum Creations FX
Musiche: Daft Punk
Scenografia: Darren Gilford
Costumi : Michael Wilkinson
Trucco: Matthew Aebig, Anji Bemben, Rosalina Da Silva, Tracy Lai, Sharon Markell, Thomas Nellen, Bill Terezakis
Interpreti e Personaggi:
Jeff Bridges: Kevin Flynn/Clu 2.0
Bruce Boxleitner: Alan Bradley/Tron
Garrett Hedlund: Sam Flynn
Olivia Wilde: Quorra
Michael Sheen: Castor/Zuse
Titolo originale | Drag Me to Hell |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2009 |
Durata | 99 min |
Colore | colore |
Audio | sonoro |
Rapporto | 2,35 : 1 |
Genere | horror comic |
Regia | Sam Raimi |
Sceneggiatura | Ivan Raimi, Sam Raimi |
Produttore | Robert Tapert, Sam Raimi, Grant Curtis |
Produttore esecutivo | Joe Drake, Nathan Kahane, Joseph Drake |
Casa di produzione | Ghost House Pictures, Buckaroo Entertainment |
Distribuzione (Italia) | Universal Pictures |
Fotografia | Peter Deming |
Montaggio | Bob Murawski |
Effetti speciali | Bruce Jones |
Musiche | Christopher Young |
Scenografia | Steve Saklad |
Costumi | Isis Mussenden |
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