The Hole (2010)

Tra i vari ritorni illustri dietro la macchina da presa che abbiamo accolto in questa rubrica, quello del grande Joe Dante è apparentemente il più debole. Il mitico regista di Gremlins e Piranha è indubbiamente meno dotato (e folle) di Sam Raimi e John Landis. La forza del suo cinema risiedeva nel sottotesto politicizzato più che nelle invenzioni visive o narrative, sebbene alcuni suoi lavori si siano impressi indelebilmente nell'immaginario giovanile degli anni '80 per la capacità di fotografare le inquietudini di tutta una generazione di cinefili e non.

L'arrivo in una città di provincia di Dane (Chris Massoglia) e Lucas (Nathan Gamble), due giovani fratelli da poco trasferitisi da Boston con la madre, non sembra aver destato molto scalpore. Annoiati dalla monotona vita di paese e spesso chiusi in casa, i due incappano casualmente una misteriosa botola serrata, nascosta sotto un tappeto nello scantinato. Dopo aver fatto amicizia con la vicina di casa Julie (Haley Bennett), i tre decidono di aprire i lucchetti che tengono chiusa la botola.

Al suo interno il nulla, ovvero un pozzo apparentemente senza fondo completamente buio che non emette alcun rumore e dal quale evidentemente è il caso di stare alla larga. I ragazzi dimenticano di richiudere con i lucchetti e i giorni successivi accade loro l'impensabile: le loro paure più recondite e oscure sembrano prendere forma.

Come anticipato, l'ultima fatica di Joe Dante non possiede una grande forza d'urto. Al contrario dei suoi due vecchi compagni d'armi Raimi e Landis, che hanno svolto un recupero integrale della poetica che li ha resi famosi in tutto il mondo (il primo con il delizioso Drag me to Hell e il secondo con la spassosa black-comedy Ladri di cadaveri) il regista di Morristown opta per una produzione sfacciatamente - ma onestamente - indirizzata verso un pubblico adolescenziale. La scelta ha le sue ricadute anche sul piano formale: immagini molto pulite e fotografia e regia prossimi al formato televisivo; eppure il film, fin dalle prime battute, ci offre una certa dose di freschezza che, unita al mestiere di Dante nello scegliere sempre l'inquadratura giusta e alla sua propensione per un linguaggio candidamente "regredito" - contribuisce a renderlo convincente e piacevole.

Questa felice "regressione" tradisce lo spirito di tutto il cinema di Joe Dante, se depurato ovviamente dei sottotesti politicizzati presenti nei suoi primi lavori. Dante cioè ha sempre scelto di osservare il mondo con gli occhi di un eterno ragazzino, di cui il cinema è sempre stato più un meraviglioso giocattolo - da scoprire e "portare infantilmente alla bocca" - prima ancora che un mezzo per raccontare. C'è anche, a un diverso livello, una regressione (anche questa a mio avviso riuscita) legata alla storia del cinema; è come cioè se Dante avesse girato un film degli anni'80 ma senza citare gli anni '80, e in questo la sua operazione risulta più onesta rispetto a coloro che rifanno uno stile ormai tramontato scegliendo la via del "girare come se fosse". Il film ci offre quindi un vero e proprio viaggio nel tempo o, se preferite, un salto nel buio dentro la botola oscura dei nostri ricordi.

GIUDIZIO: 6,5/10

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Scheda del film:
Titolo originale: The Hole
Lingua originale: Inglese
Paese: Stati Uniti d'America
Anno: 2009
Durata: 92 min/Colore
Genere: thriller, horror
Regia: Joe Dante
Sceneggiatura: Mark L. Smith
Produttore: Michel Litvak, David Lancaster, Vicki Sotheran, Claudio Fäh, Jonathan Oakes
Produttore esecutivo: Gary Michael Walters, Chris Bender, J.C. Spink
Casa di produzione: Bold Films, Bender-Spink
Fotografia: Theo van de Sande
Montaggio: Marshall Harvey
Effetti speciali: 4-Ward Productions, Lumiere Visual Effects
Musiche: Javier Navarrete
Scenografia: Brentan Harron
Costumi: Kate Main

Interpreti e Personaggi:
Chris Massoglia: Dane Thompson
Haley Bennett: Julie Campbell
Nathan Gamble: Lucas Thompson
Teri Polo: Susan Thompson
Bruce Dern: Creepy Carl

Candidature e Premi
Mostra del cinema di Venezia 2009: Premio Persol 3-D