Lo scrittore romano di Campo dei Fiori, in arte Fedro, compose una favola superlativa e fortemente educativa, titolata “Il cervo alla fonte” che risulta a distanza di secoli, fortemente educativa, travolgente ed attualissima nella nostra civiltà contemporanea.
Ho scritto nel 1960 la favola del Lupo e l’Agnello, senza avere mai letto la favola di Fedro. La mia Favola è ambientata in una tenuta di campagna della famiglia Caputo e precisamente in Contrada Ponte Parco presso la piccola proprietà battezzata da mio nonno Totò Caputo: La Fontana del Lupo.
Il tenente colonnello dei Carabinieri fu ucciso per mano mafiosa con l’amico Filippo Costa nella frazione di Ficuzza
MONREALE, 20 agosto –Il 20 agosto del 1977 il tenente colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo e il professore Filippo Costa furono uccisi per mano mafiosa mentre erano intenti a passeggiare a Ficuzza in territorio monrealese.
Scrivo favole da 60 anni e non ho cercato mai un confronto con i grandi Maestri Fedro, Esopo, La Fontaine. Gli scrittori di favole sono figli del loro tempo mafioso che li costringe ad uno sforzo titanico per trasmettere valori, cultura, educazione e rispetto per il ruolo delle responsabilità che si assumono in questa vita galera, gli uomini, le donne, i bambini, gli animali e tutte le creature del nostro Pianeta Terra.
Ho scritto nel 1984 la mitologica Favola della Ninfa Aretusa e del Fiume Alfeo e dopo averla scritta e pubblicata nel 2014 nel mio primo Romanzo Storico La Congiura degli Onesti, ho ritenuto opportuno riconvertire la favola una frizzante Pièce Teatrale e rappresentarla sotto la Regia di Matteo Bavera ex Direttore del Teatro Garibaldi di Palermo ed attuale Direttore del Teatro Va di Naso in provincia di Messina.
Cosa Nostra lo uccise perché si rifiutò di falsificare una perizia. Era l’11 agosto 1982
MONREALE, 11 agosto – Forse era una vendetta che Paolo Giaccone si aspettava. Forse questo cittadino palermitano, con una lunga carriera di medico legale alle spalle, che non aveva mai avuto rapporti con la mafia, né volle mai favorirla, si aspettava che questa reagisse alla sua volontà di non piegarsi.
Ho voluto incontrare caparbiamente e con un pieno di Amore e Sincronia dei valori spirituali e culturali un grande sacerdote missionario ed utopista inverosimile, pronto a donare la propria vita per il riscatto socio-culturale di popoli in ritardo con l’appuntamento della nostra civiltà di progresso e civiltà spirituale.
Non amo fare siparietti borghesi, prima di fare l’exploit con le verità storiche che racconterò in questo omaggio sincero al primo ed unico ambasciatore di cultura nella Monreale dei mitici anni 60. Certamente non potrei nascondere il cielo con un dito, dilungandomi troppo a lungo nel mio articolo odierno.
Giuro che è da tanto tempo che non scrivo su MonrealeNews.it di mio fratello Enzo Ganci, Direttore del quotidiano letto dai Monrealesi, Palermitani ed Amici delle Frazioni. Enzo Ganci mi rintraccerebbe anche all’inferno, quando non ha mie notizie da 30 giorni.
Era il 29 luglio del 1983 quando Cosa Nostra fece esplodere un’auto imbottita di tritolo fuori dal palazzo in cui il giudice abitava
PALERMO, 29 luglio – La recente scomparsa del giudice Alfonso Giordano, presidente della Corte durante il Maxiprocesso alla mafia, ha contribuito a far tornare alla memoria l’importanza e non pochi aneddoti riguardanti il colpo, senza precedenti, inferto a Cosa Nostra dalla legge italiana.
Sono passati 29 anni dalla morte della giovane testimone di giustizia
È il 26 luglio 1992. Sono trascorsi sette giorni da quando Cosa Nostra ha attentato alla vita del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, appena due mesi dopo la strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo nonché tre uomini assegnati alla loro incolumità.
Nell’attentato mafioso persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque dei sei componenti della sua scorta
È il pomeriggio del 19 luglio 1992. È domenica, e il giudice Paolo Borsellino si sta recando in visita dalla madre e dalla sorella, Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino, che abitano al civico 21 di via Mariano D’Amelio, a Palermo.
Prima di avventurarmi a scrivere questa nuova favola fantastica, ambientata in un paesino della Sicilia sito a pochi chilometri dalla mia splendida Monreale, rendo omaggio e faccio un solenne chapeau ai Fratelli Grimm trascrittori di favole, a Wolfgang Goethe che ha trascritto la favola del Flauto Magico in soave poesia ed all’inglese Robert Browning che narrò per primo la storia di un suonatore di piffero magico, che liberò su incarico del Borgomastro di Hamelin, in Bassa Sassonia, la città dai ratti, al suono del suo strumento.
Questa storia che vi racconto è una favola che origina il contrappunto satirico farsesco e paradossale, rispetto alla vita quotidiana salata e carissima, traendo ispirazione dal mitico baccalà della nostra quotidianità.
Lucchiari sarà per i prossimi 10 anni, la nuova tendenza di moda femminile e maschile alla ricerca del tempo perduto. Lucchiari non è il verbo siciliano che viene usato per evidenziare l’atteggiamento ed il comportamento spesso collettivo da parte della cittadinanza, finalizzato a sparare cavolate, banalità, cretinate.
Il poliziotto, capo della squadra mobile di Palermo, indagava da lungo tempo sui traffici illeciti dell’organizzazione criminale
PALERMO, 21 luglio – Siamo nel 1979. L’Italia e gli Stati Uniti rappresentano i due estremi di un redditizio e lunghissimo filo, il tragitto che gli stupefacenti compiono da una sponda all’altra dell’Atlantico, alternandosi al denaro.
Patrimonio artistico e committenti in Sicilia dalle fonti d’archivio tra XVI e XIX secolo
Di Rosalia Francesca Margiotta
Un viaggio alla scoperta del patrimonio artistico in Sicilia attraverso le fonti d’archivio è quello che ci fa compiere questo interessante studio di Rosalia Francesca Margiotta. Il volume, edito da Palermo University Press e Digitalia, fa parte della Collana ‘’Artes’’ diretta da Maria Concetta Di Natale. Al suo interno la volontà di preservare la memoria e favorire la conoscenza di una parte consistente e importante del repertorio di opere d’arte commissionato in Sicilia tra il XVI e il XIX secolo, accompagnata da un’intensa attività di studio e ricerca a partire dalle fonti, consegna al lettore un ricco spaccato del panorama artistico del periodo storico analizzato dalla studiosa.
Ho dovuto superare le correnti gravitazionali, descritte con convinzione dal mitico Franco Battiato nella sua meravigliosa Cura; ho dovuto mettere a bordo ring il più grande fenomeno involutivo della Società Moderna, ovvero, il maledetto “ Narcisismo Patologico” nell’Epoca del Covid19 e della Solidarietà.
Nel 29esimo anniversario della strage di Capaci è doveroso ricordare la vita e l’impegno dell’unica magistrata rimasta uccisa in Italia
In una delle auto che stavano percorrendo la A-29 in direzione Palermo, quel tardo pomeriggio di fine maggio, c’era anche una donna: si chiamava Francesca Laura Morvillo, e aveva alle spalle una lunga carriera come giudice nonché docente universitaria.
Decisiva la lunga battaglia della madre, Felicia Bartolotta, per la condanna dei mandanti dell’omicidio
MONREALE, 9 maggio – E’ il settembre del 2000 quando nelle sale cinematografiche esce il film “I cento passi”, diretto da Marco Tullio Giordana e con attore protagonista Luigi Lo Cascio.