La favola dei topi roditori in natura ed in politica ed il flauto magico

Prima di avventurarmi a scrivere questa nuova favola fantastica, ambientata in un paesino della Sicilia sito a pochi chilometri dalla mia splendida Monreale, rendo omaggio e faccio un solenne chapeau ai Fratelli Grimm trascrittori di favole, a Wolfgang Goethe che ha trascritto la favola del Flauto Magico in soave poesia ed all’inglese Robert Browning che narrò per primo la storia di un suonatore di piffero magico, che liberò su incarico del Borgomastro di Hamelin, in Bassa Sassonia, la città dai ratti, al suono del suo strumento.

La mia favola siciliana è una favola satirica senza frontiere e coinvolge la nostra Italia ed il suo ceto politico. Ho voluto ambientare provvisoriamente in un Paesino Siciliano, l’incipit della mia favola, per farla esplodere come una bomba atomica nel finale. Si narra e si racconta che a venti minuti dalla mia Monreale, nelle vicinanze di Portella della Paglia, esiste un piccolo paesino chiamato Pantegana. Non si riscontrano tracce storiche del Paesino, né nelle mappe territoriali del Comune di Monreale, né negli Archivi storici siciliani. Incuriosito e fortemente elettrizzato per la favola che dovevo ancora ultimare, ho chiamato i miei amici della redazione di Monreale News.it capitanati da Silvio Cancemi e ci siamo recati a Pantegana. Paradossalmente siamo rimasti delusi e frustrati perché Pantegana non esisteva.

Ex abrupto (all’improvviso) sento gridare a squarcia gola, Silvio: “Salvino ho trovato l’ingresso di Pantegana, protetto da un grosso masso e dalla vegetazione anarchica (Canneti, Olmi, Erbe le più variopinte etc.)”. Per nostra fortuna e dietro saggio consiglio del direttore Enzo Ganci, eravamo attrezzati con corde ed un prezioso drone di ricognizione che avevo acquistato nel 2019; i telefonini cellulari, attraverso il mapping, completavano l’opera di ricognizione. Restammo stupiti ed impauriti, quando in quello scenario selvaggio, si spalancò alla nostra vista un torrente che gorgogliava come un mare in gran tempesta. Sussurrai a Silvio: “Mi sento Ulisse davanti le Colonne d’Ercole! Questo, amico mio, è il mitico torrente della Favola del Pifferaio e del Flauto magico.

Non ci resta che fotografare tutto il paesaggio, con primissimi piani sul superbo torrente, dove al 99% il Pifferaio condusse i roditori e li annegò nelle acque gelide ed agitatissime torrenziali”. Dopo avere completato la nostra opera di ricognizione generale, ci avviammo all’uscita di Pantegana per fare ritorno nella nostra città amata. Ci aspettava con ansia, Alberto Arcidiacono ingegnere e sindaco di Monreale.
(Fine prima parte della Favola). COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO