La mitologica e tenerissima favola della ninfa Aretusa e del fiume Alfeo

Ho scritto nel 1984 la mitologica Favola della Ninfa Aretusa e del Fiume Alfeo e dopo averla scritta e pubblicata nel 2014 nel mio primo Romanzo Storico La Congiura degli Onesti, ho ritenuto opportuno riconvertire la favola una frizzante Pièce Teatrale e rappresentarla sotto la Regia di Matteo Bavera ex Direttore del Teatro Garibaldi di Palermo ed attuale Direttore del Teatro Va di Naso in provincia di Messina.

Non appena saranno ultimati i lavori del Cine-Teatro Imperia a Monreale. Lotterò come un leone per inserire nel circuito internazionale il nostro vecchio Cinema Imperia. Ho diversi progetti in cantiere per fare decollare alla grande il nostro ex cinema monrealese. Tra i progetti in cantiere c’è l’istituzione di un Cine-Forum che ospiti grandi personaggi del Cinema Italiano; ho acquisito l’adesione del grande Regista Siciliano Giuseppe Tornatore, amico mio fraterno. Giuseppe Tornatore è figlio di Pippino Tornatore, grande sindacalista dei Braccianti Siciliani. Nel 1975, quando rivestivo la carica si Segretario Provinciale della CNA e Segretario Nazionale della FITA (Federazione Italiana Trasportatori Auto) il mitico Pippino Tornatore veniva quotidianamente a trovarmi in via Crispi, sede della CNA. Dopo questo tenerissimo Flashback, ritorno alla tenera favola mitologica della Ninfa Aretusa e del fiume Alfeo.

Premetto che Siracusa e la sua provincia, unitamente a Caltanissetta, vanno considerate il più grande insediamento della Civiltà Greca in Sicilia. Leonardo Sciascia, mio sublime maestro, amava definire Caltanissetta la piccola Atene Siciliana. Sciascia ha vissuto a lungo a Caltanissetta ed adorava la città. Siracusa e la sua provincia, sono ancora lo splendore della Civiltà Greca in una Sicilia colonizzata da Normanni, Punici, Fenici e Vichinghi. Ortigia a Siracusa è il capolavoro di sintesi e maternità dei gameti ereditati dalla Madre Grecia. L’Isolotto di Ortigia è sine-mora il nucleo più antico di Siracusa; fondata nel 733 Avanti Cristo, da coloni greci provenienti da Corinto, la città mantenne sempre forte il legame con la madrepatria. La Fonte Aretusa simboleggia fortemente questo magico vincolo ed è stata considerata magica, anche da parte di molti scrittori, a partire da Diodoro Siculo, la scenografica Fonte Siracusana Aretusa ed il fiume Alfeo che scorreva nel Peloponneso, nei pressi di Olimpia, dove si svolgevano le antiche Olimpiadi.

Si narra che l’ultimo vincitore dell’antica Olimpiade, gettò la sua medaglia e coppa nel fiume Alfeo ed entrambi i trofei ricomparvero nella Fonte Aretusa Siciliana. Aretusa era la ninfa prediletta della dea della caccia Diana che insegnò alla sua giovane e bellissima ninfa a correre ed essere abile nell’arte della caccia, rendendola suo pari. Un benedetto giorno, mentre cacciavano insieme nei rigogliosi boschi dell’Olimpo, Aretusa rimase indietro stanca ed accaldata per la corsa; si tolse la veste e s’immerse nuda nelle acque invitanti di un fiume. Ad un tratto il fiume cominciò a fremere ed agitarsi, trascinando la bella ninfa in un gorgo. La Ninfa impaurita provò a raggiungere la riva, ma inutilmente; poi si ritrovò sommersa in un’atmosfera surreale e magica e davanti ad Aretusa si palesò un giovane bellissimo e dagli occhi innamorati; era il fiume Alfeo, figlio del Dio Oceano; Alfeo si presentò ad Aretusa per dichiararle il suo amore infinito.

La Ninfa per sfuggire al Dio, chiese aiuto alla Dea Diana che la trasformò in una fonte, portandola in Sicilia, sulla piccola isola di Ortigia. Alfeo, Dio del fiume, chiese disperatamente aiuto al Padre Zeus che disse ad Alfeo di scavare un canale sotterraneo sotto il mare Ionio, per raggiungere la sua Aretusa ad Ortigia. Alfeo ubbidì a Zeus e raggiunse Aretusa. Ancora oggi nel 2021, le acque del fiume Alfeo e della Fonte Aretusa, scorrono insieme ad Ortigia. Le giovani coppie innamorate, amano questo sacro luogo e suggellano le loro promesse d’amore, pregando la Ninfa Aretusa ed il Fiume Alfeo.
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