Grazia, Patruzzu Amurusu!

Le preghiere dei Fratelli al SS.Crocifisso

Fra le antiche tradizioni del nostro paese, forse la più antica, ma certo la più monrealese, è la festa del SS.Crocifisso, venerato e adorato nella pregevole statua lignea ospitata nel Santuario della Collegiata e portata in processione ogni anno il 3 maggio.

Il SS.Crocifisso tra storia e leggenda

Un legame con la città che resiste dal 1626

MONREALE, 2 maggio - Il legame è sempre forte. Il rapporto tra Monreale ed il suo patrono resiste, inossidabile, alle corrosioni del tempo. Quelli che domani faranno una visita nella cittadina, lo potranno constatare.

E disse

E disse - di Erri De Luca - Copertina

Di Erri De Luca

Torniamo volentieri a parlare di Erri De Luca, perché il suo stile è un rifugio di bellezza, un antidoto al brutto del linguaggio che ascoltiamo quotidianamente e i suoi contenuti sono quelli dell’umanità, che ci distinguono dagli oggetti, dell’inquietudine, del perdono, della riflessione sull’essere uomini.

“E disse” è dedicato a Mosè e alle sue tavole. Come sentirsi antropologicamente estranei a una tale tematica? Che si sia religiosi, o no, i 10 comandamenti hanno condizionato la nostra vita, perché hanno plasmato il modo di pensare delle civiltà del Mediterraneo e, di conseguenza, l’etica, la morale, le leggi, i costumi: la nostra vita. Un ripensamento sui fondamenti. Non è operazione da poco.

Pasqua, festoso “passaggio” di primavera

Per gli la Pasqua ebrei era la liberazione dall'Egitto

La parola “Pasqua”, di derivazione ebraica, viene messa in rapporto dalla tradizione biblica con il verbo pāsah “passare oltre” , a commemorazione del “passare oltre” del Dio d’Israele, che nella notte dell’uccisione dei primogeniti egiziani, risparmiò quelli ebrei, passando oltre, appunto, la soglia delle loro case contrassegnate dal sangue dell’agnello.

Medea - Voci

Medea

di Christa Wolf

Per capire l’animo umano, o, meglio, il funzionamento del nostro cervello, un ottimo espediente è rileggere gli antichi miti. Essi ci narrano di personaggi ed eventi che attraverso la cortina fumosa del tempo e dell’oblio, rappresentano una possibile visione di noi e del nostro passato. Medea era la figlia del re di un paese del Caucaso, affacciato sul Mar Nero: la Colchide (attuale Georgia). In quel luogo era diretto Giasone, poiché lì si trovava il Vello d’Oro, che gli Argonauti dovevano portare in patria.

Medea è una donna colta, sapiente, conosce i segreti del mondo della natura, si innamora di Giasone, lo aiuta a conquistare il Vello d’Oro e fugge con lui alla volta di Corinto. Medea è certa dell’amore di Giasone, ma come tutti i migranti non sa cosa l’attende. Non sa che in una terra sconosciuta tutte le certezze e tutta la sapienza dovranno essere piegate alla volontà e alle leggi del potere dominante.

La bambinaia francese

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Di Bianca Pitzorno

Esiste, purtroppo, sulla narrativa per ragazzi una diffusa prevenzione sciocca che si aspetta da questo genere una certa tolleranza nei confronti della superficialità, dell’anacronismo storico, della retorica affermazione di principi etici da impartire come tali ad un pubblico che non ha gli strumenti culturali per contestarli.

Quanto di più lontano da tutto ciò è questo romanzo storico della Pitzorno dedicato ai ragazzi, ma adattissimo anche ad un pubblico adulto che abbia il piacere della riscoperta di un momento magico in cui la Francia (o forse bisognerebbe dire “il mondo”?) raccoglie l’eredità culturale della Rivoluzione del 1789, pur dovendo fare i conti con le mutate condizioni politiche.

E’ passato Napoleone; è passato il congresso di Vienna e gli aristocratici sono di nuovo a galla, al potere. C’è di nuovo la monarchia coi suoi privilegi; c’è l’analfabetismo delle classi povere; c’è il gossip di Parigi sugli eventi frivoli, sulla moda, sull’effimero.

Almeno il cappello

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Di Andrea Vitali

Che la vita di provincia sia un soggetto “classico” della Letteratura con la L maiuscola tutti lo ricordiamo e sappiamo da essa che vizi, sogni, aspirazioni, bassezze e grandezze di noi umani non dipendono dall’estensione dell’aggregato urbano in cui viviamo. Ne dipendono, invece, le scelte, i comportamenti, i condizionamenti, le soluzioni adottate, perché fanno parte del necessario”adattamento”, legge biologica, prima che umana o storica.

L’Italia “minore” raccontata da Vitali in questo romanzo ambientato nell’era fascista ci si mostra non proprio su “Quel ramo del lago di Como…”, ma più a nord, a Bellano, paese natale dell’Autore, e si estende ai paesini da lì raggiungibili in bicicletta, mezzo di trasporto quasi esclusivo fra i personaggi del romanzo. L’occasione narrativa è il costituendo Corpo Musicale Bellanese che prende le mosse (e le distanze!) dalla preesistente fanfaretta del paese, diretta da Zaccaria Vergottini.

Farhernheit 451

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di Ray Bradbury

Mi rivolgo soprattutto alle giovani generazioni, ai ragazzi che si affacciano alla vita ed a tutti coloro che amano leggere. Malgrado questo romanzo sia datato 1953, è sempre di grande attualità, forse oggi più che mai. La situazione culturale italiana è ormai tale che tutti i temi trattati da Bradbury in questo romanzo balzino violentemente alla ribalta.

E’ necessario chiarire che si tratta di un romanzo di fantascienza, che si svolge in una città statunitense, che Farhenheit 451 è la temperatura alla quale brucia la carta.

Il protagonista è un vigile del fuoco che in quella società non estingue le fiamme, ma al contrario le appicca; appartiene ad una squadra di esperti lanciafiamme: il loro compito, il lavoro per il quale vengono pagati è esclusivamente bruciare i libri, tutti, di qualsiasi genere, nessuno escluso.

L'ombra del vento

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di Carlos Ruiz Zafon

Barcellona 1945. Sotto un cielo grigio, attraverso la pioggia e la nebbia emergono due figure: un uomo e un bambino che camminano in una strada solitaria. Ecco la copertina, la prima visione del romanzo, non abbiamo ancora cominciato a leggere, ma siamo pronti ad immergerci, con quelle due figure, nelle strade e nei vicoli della città. Entriamo nel romanzo, diventiamo presenza invisibile e, mentre seguiamo l’uomo che procede spedito e sicuro, avvertiamo un vago senso di timore, come un brivido di incertezza per ciò che è sconosciuto, ma ugualmente andiamo a scoprire un luogo segreto del quale “non possiamo parlare con nessuno”.

Tre sono i protagonisti di quest’opera: Barcellona, la città amata e indispensabile all’Autore come il respiro, in cui, leggendo, impariamo a muoverci con sicurezza tra le Ramblas, la via Laietana, il Barrio Gotico, il Caffè Els Quatre Gats e le ville del viale del Tibidabo, la vista da Montjuic; Barcellona, luogo di misteri, ci diventa familiare, come i nomi dei vari personaggi, Fortuny, Sempere, Barcelò che non corrispondono ai personaggi reali storici, ma che fanno comunque parte del vissuto della città.

Accabadora

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Di Michela Murgia

Se ha soltanto il lontano sospetto che la persona a cui è stata chiamata a dare una morte pietosa non è davvero moribonda, ma è solo un incomodo per la famiglia, allora l’accabadora Bonaria Urrai si adira davvero e maledice coloro che l’hanno chiamata e le future generazioni. È temuta e rispettata in paese, a Soneri, in una Sardegna degli anni 50 destinata a scomparire in poco tempo, per effetto della televisione e della globalizzazione.

“Acabar” in sagnolo vuol dire “finire”. Accabadora è colei che dà la fine. Maria, la voce narrante, è fill’e anima, cioè figlia adottiva di Bonaria. Nata orfana di padre in una famiglia povera, quarta figlia, viene data dalla madre all’accabadora che la prende con sé, trattandola come figlia, mandandola a scuola fino alla terza media, livello d’istruzione molto più alto di quello delle altre ragazze del paese, e insegnandole il mestiere di sarta.

Tommaso e il fotografo cieco

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di Gesualdo Bufalino

Un noto artista siciliano in questo periodo commemora la vita e le opere di Gesualdo Bufalino con una pubblicazione multimediale, è una ghiotta occasione per invitarvi alla lettura dell’ultimo libro dello stesso, pubblicato poco tempo prima della sua improvvisa morte. Tommaso, un apatico ex giornalista auto esiliatosi dalla società e dalla sua vita affettiva, sopravvive nel seminterrato di un palazzone del quale è il custode, in una Roma dai contorni non ben definiti.

Il tempo, (un torrido agosto), è scandito in ogni capitolo come pagina di un diario nel quale il nostro protagonista ama far esprimere il suo io profondo. Tommaso dedica il suo tempo libero alla contemplazione/meditazione su una fetta di mondo che osserva attraverso una finestrella ad altezza del marciapiede. Improvvisamente egli diventa spettatore e attore involontario di eventi dal sapore surreale, di azioni paradossali.

I ravioli (o panzerotti) della nonna Irene

Da una ricetta antica, ma sempre efficace

Ingredienti e preparazione della pasta: 1 chilo di farina (½ di rimacinato e ½ doppio 00), 250 gr di strutto, 250 gr di zucchero, 2 uova intere, 1 bistina di vanillina, latte q.b. per amalgamare bene il composto fino a che non sia liscio ed omogeneo. (per il procedimento si può fare riferimento alla pasta dei buccellati ma ricordatevi che non va l'ammoniaca). 

Lume Lume

lumelume

Di Nino Vetri

Il titolo e l’immagine di copertina di questo libro ci evocano immediatamente luci e feste mediterranee; non è così. L’argomento ci sorprende, è serissimo, ma raccontato con delicatezza, quasi con leggerezza ammiccante. Questo giovane autore palermitano parla di un contesto di vita quotidiana che si svolge accanto a noi: ci apre una porta sul mondo degli stranieri che vivono nella nostra città.

Quante volte incrociamo per strada un essere umano al quale gettiamo uno sguardo di sfuggita, ma sufficiente ad inquadrare l’individuo nella categoria: “ extracomunitario, marocchino, negro ecc….” La nostra mente riconosce, classifica, archivia, dimentica. Non ci interessa quella vita, il nostro volto assume un’espressione di severa indifferenza e passiamo oltre.

“Lume, Lume” non è quindi un richiamo alle luci scintillanti, ma è il titolo di una vecchia canzone popolare rumena che il nostro autore ha imparato a suonare, ma della quale non conosce le parole.

La chioma di Berenice

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Di Denis Guedj

Non saranno solo gli appassionati di storia della Scienza a restare incollati alla lettura di questo romanzo: c’è tutto quanto può appagare il nostro bisogno di Bellezza, di una trama mozzafiato, di ansia di conoscenza. Noi che viviamo in città dove la Bellezza è stata esiliata, sommersi dal caos, dalla sporcizia, dall’inefficienza, ci lasciamo prendere dall’incanto di un’Alessandria d’Egitto al culmine del suo splendore, nel III sec. a. C., mentre era re Tolomeo III Evergete.

Ci spostiamo fra i suoi quartieri in cui si parla non solo greco, pullulanti di commercio, di bettole in cui si esibiscono ballerini e artisti di tutte le provenienze, ma sempre all’ombra dell’imponente Biblioteca, la più prestigiosa di tutti i tempi, navighiamo guidati dal mitico Faro a guardia del porto ed entriamo col batticuore nel meraviglioso Museo.

L'ultimo dominatore dell'aria (2010)

In un mondo fantastico, suddiviso in quattro grandi Regni: quello del Fuoco, dell'Aria, della Terra e dell'Acqua, l'equilibrio è garantito dai Dominatori: individui eccezionali in grado di manipolare e piegare alla propria volontà tali elementi. Poi c'è l'Avatar (Noah Ringer), in grado di sovrastare persino i Dominatori con la sua capacità esclusiva di manipolare tutti gli elementi. L'Avatar, che si reincarna via via in un membro dei quattro Regni, garantisce l'assoluto equilibrio poichè è un tramite diretto con il mondo degli spiriti.

Dopo la misteriosa scomparsa dell'ultimo Avatar, il Regno del Fuoco vuole prendere il sopravvento e dominare l'intero pianeta; inizia sterminando la popolazione dell'Aria e assicurandosi il controllo del Regno della Terra; è in procinto di invadere anche Acqua quando accade un fatto inaspettato. Due giovani cacciatori, la dominatrice d'acqua Katara (Nicola Peltz) e il fratello Sokka (Jackson Rathbone) trovano - in letargo e sepolto tra i ghiacci - un giovane abitante dell'Aria e la sua mastodontica creatura.

La ragazza dal volto d’ambra

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Di Leda Melluso

Gli appassionati del romanzo storico si lasceranno affascinare da quest’opera che riporta il lettore a Pelermo felicissima, alla corte di Federico II, in un medioevo in cui altrove la cultura è mortificata dalla fame, dalla superstizione, dalla sete di potere, mentre a Palermo è protagonista presso la corte dell’Imperatore, stupor mundi.

Federico coltiva la letteratura, la musica e la poesia quanto la cultura scientifica, circondato da uomini di potere coltissimi, come Pier delle Vigne e Andrea Filangeri, il suo medico. Una sera, a palazzo, una danzatrice audace, dal volto velato gli si avvicina ed osa rivolgergli la parola. Federico è stregato dal fascino di lei e la vuole con sé nella propria stanza.

Dopo una fugace notte d’amore, l’indomani lei è sparita, custode di un segreto inquietante. Federico scopre che si tratta della figlia di un temibile nemico politico, l’emiro Muhammad ibn ‘Abbad e, spinto dalla paura che si voglia attentare al suo potere, decide di trovare la ragazza ad ogni costo ed eliminarla.

La balia

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Di Petros Markaris

La vita non fa sconti a nessuno, questo il commissario Kostas Charitos lo sa anche troppo bene, vuoi per il suo mestiere, vuoi per i suoi problemi familiari. Il colpo basso arriva anche da chi meno te lo aspetti ed ecco, per sdrammatizzare la faccenda, un espediente per risollevare gli animi, per elaborare meglio il boccone amaro, questa volta si parte!

Non molto lontano per un greco; un viaggio organizzato a Costantinopoli, o Istanbul o soltanto maestosamente “la Città” per antonomasia. Il nostro autore ci conduce alla scoperta di un mondo solo apparentemente conosciuto, e se abbiamo l’impudenza di pensare di conoscerlo, ecco che si dischiude una problematica molto ben occultata dalla storiografia ufficiale, e soprattutto attualissima sotto tutte le latitudini.