Egregio direttore, nel complimentarmi per l’attenzione che il suo giornale riserva all’attualità quotidiana che avviene nella nostra cittadina, vorrei riallacciarmi subito all’opinione del professor Stefano Gorgone pubblicata in data di ieri, che a sua volta si aggancia alla pubblicazione di quella precedente del 31 maggio scorso.
Carissimo direttore, nei giorni scorsi l’organizzazione internazionale “Save the Children” che da tanti anni lotta per garantire ai piccoli un futuro, ha pubblicato l’ “Atlante dell’infanzia a rischio.”
Carissima e piccola schiera dei miei lettori su Monreale News.it oggi ho pensato di scrivervi una lunga lettera sui nostri problemi quotidiani, sulle nostre incazzature, sui rapporti con le nostre donne, sulle nostre speranze legate al prossimo futuro, se ci sarà ancora un futuro in questa nostra vita altalenante e spasmodica.
Oggi posso scrivere alla velocità del suono perché tratto un argomento fuori da tutti i canoni letterari e da qualsivoglia riferimento bibliografico, culturale ed antropologico.
Se dovessi passare in rassegna tanti politici italiani vivi e vegeti ed attualmente imboscati nei vespasiani dei partiti politici, mi perderei nella notte dei tempi; dovrei compiere uno sforzo titanico e dovrei riscrivere “Le Mille e una Notte”, la celebre raccolta di novelle orientali scritte da Edward William Lane e da tanti altri autori.
Carissimo direttore, si è appena conclusa la festa dei nonni, istituita per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale. In molte città sono state promosse iniziative direttamente dall’Unicef.
Ricordiamo a tantissimi lettori di Monreale News che il mitico “Nodo di Gordio” ha rappresentato nella nostra civiltà e storia, la più grande metafora del potere politico che traeva origine da un’antichissima tradizione letteraria e leggendaria.
Carissimo direttore, nel mio precedente contributo ho cercato di sottolineare il valore dell’amicizia in un tempo di crisi dei valori. Anche alcuni amici non hanno mancato di fornirmi il loro contributo sottolineando che l’amicizia richiede ascolto dell’altro, rispetto per la diversità delle idee ed hanno ribadito la necessità di coniugare il motto “noi è meglio di io”.
Carissimo direttore, vorrei condividere la mia riflessione su una problematica che ritengo di fondamentale importanza anche per la nostra città e spero che gli amici lettori vogliano arricchirla, completarla con le loro esperienze e le loro prospettive.
Sono stato sempre intimamente grato a monsignor Luigi Bommarito, figura fondamentale per la mia formazione umana e spirituale negli anni giovanili. Ho avvertito sempre presente e viva la sua amicizia, un’amicizia non formale, ma fondata su un’ottica soprannaturale dell’essere amici perché credenti in Cristo morto e risorto.