Carissimo direttore,
la pandemia sta provocando una crisi economica mai vista nella storia della Repubblica; all’inasprimento delle povertà preesistenti si aggiunge una caduta rovinosa di tante famiglie: piccoli imprenditori, liberi professionisti, piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, manovali…
Sono giorni drammatici in cui tutti ci interroghiamo sul nostro modo di vivere, di produrre, di confrontarci, di credere; giorni in cui prendiamo maggiormente coscienza della nostra fragilità.
Recentemente molti soggetti impegnati nella realtà sociale e civile italiana, tra cui i presidenti dell’Azione cattolica italiana e delle Acli ed il direttore della Caritas italiana hanno rivolto un “Appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Presidente della task force per la Fase 2 Vittorio Colao”, per chiedere di attivare in tutti i Comuni percorsi familiari e territoriali in cui il Terzo settore, i movimenti, le associazioni, il volontariato vengano coinvolti nella progettazione attraverso piani strategici territoriali e misure personalizzate. La crisi, infatti, si preannuncia così grave che non basterà affidare al Terzo settore il compito meramente assistenziale di distribuire i beni materiali, ma occorrerà un suo più intenso coinvolgimento nel progetto di riconversione e di ricostruzione delle economie locali per essere sempre più “ l’architrave della solidarietà.”
In questa difficile e drammatica congiuntura è fondamentale valorizzare il capitale sociale chiamando tutti i soggetti della società civile ad offrire la loro esperienza e le loro competenze.
Questo è certamente possibile anche nella nostra città dove da tempo possiamo riscontrare diverse forme di volontariato e di solidarismo, importanti realtà aggregative che estendono la loro attività alla musica, al teatro, allo sport, dove associazioni e movimenti hanno operato con trasparenza e competenza ad esempio nella valorizzazione dei prodotti tipici locali, nella promozione dei beni e delle attività culturali, nella difesa delle fasce più deboli della popolazione: l’Associazione dei commercianti, la Pro Loco, le associazioni di volontariato Overland, Evergreen e Nati due Volte, la Caritas diocesana, le parrocchie, i centri aggregativi degli anziani, la Casa del Sorriso che è un importante Ente accreditato per il Servizio civile nazionale. Per molti nostri concittadini l’impegno in queste associazioni si configura come una vera e propria missione, un’opportunità per integrarsi nella vita reale della comunità.
Penso anche all’associazione Donnattiva, che ha il merito di aver saputo costruire reti di solidarietà feconde, contribuendo nel nostro territorio alla diffusione di una nuova idea di leadership femminile , testimoniando anche con il suo concreto impegno l’importanza di una politica delle Pari Opportunità.
Mi pare, quindi, insostituibile la presenza dei soggetti della società civile ai tavoli dove si discuterà della rinascita economica della nostra città, dove avranno modo di far sentire la loro voce, di essere interlocutori validi, di presentare proposte operative che non dovranno esaurirsi con la fine dell’emergenza sanitaria, ma dovranno sempre più diffondere lo spirito di cooperazione e dell’impegno civico.
Sarà un contributo prezioso per favorire nuove alleanze tra istituzioni e cittadini, tra amministrazione comunale e civismo attivo; ciò potrà anche rafforzare il nostro senso di appartenenza ad una comunità e dare una prospettiva di speranza a tutti noi.
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