Totuccio Scebba “u sangunazzu” dei monrealesi senza frontiere
Ritratto di uno dei personaggi monrealesi più popolari degli ultimi decenni
Mi sciogghiu, attacco, m’assicuro e scrivo (in memoria di Antonio Veneziano) un articolo celebrativo per il compleanno di un personaggio umile e mitico della comunità monrealese, ovvero, Totuccio Scebba “u sangunazzu” del calcio dilettantistico degli anni 60 e delle frattaglie degli animali macellati e cucinate a scopo alimentare nella cucina popolare della nostra Europa.
Queste benedette frattaglie sono in linea di massima le animelle, il cuore, il fegato, la milza, il rognone e la trippa dei bovini, ovini, suini, polli, oche, conigli etc. Ieri Totuccio Scebba ha compiuto 84 anni e mi elettrizza ricordare la sua vita, le sue passioni, la sua umiltà, la sua passione smodata per il lavoro e la sua infinita scommessa di sorridere ancora a questa vita ruffiana, colma di contraddizioni ed ingiustizie, di sorrisi amari e tristezze. Ho conosciuto Totuccio Scebba al vecchio campo sportivo della “Ranteria”; avevo 11 anni e non ho perso mai una partita del campionato dilettantistico che si disputava agonisticamente tra le squadre locali monrealesi che indossavano le maglie dei grandi club della serie A nazionale. La Roma, la Fiorentina, la Juve, l’Inter etc. Che tempi! Salvino Fedele era il numero 1 dei portieri monrealesi, da segnalare tra i portieri, Bibi Caravello, Sarino, Angelo Porrovecchio e Sarino Mandalà. Da ricordare i difensori Albano e Lo Coco, Mimì u Turcu della Juve che segnava sempre dai calci d’angolo. Gli eroi di quei fantastici tornei erano, sono stati, Totuccio Scebba ed il fratello detto “U Ministru” che calciava le punizioni alla Mariolino Corso, ovvero, a foglia morta.
Totuccio era devastante e considerava gli altri giocatori “Frattaglie”! Forse, inconsciamente, aveva scelto la sua futura professione. Rividi Totuccio a 21 anni, quando ero solito accompagnare al Macello Comunale di Monreale, il mio grande amico Dottor Giovanni La Face, veterinario del nostro Comune. Abbracciai teneramente Totuccio Scebba e lo raccomandai al mio amico veterinario per favorirlo nell’acquisto quotidiano delle interiora degli animali macellati. Quando ero libero dagli impegni universitari, andavo sempre a trovare Totuccio con mio padre Gianni Caputo. Ci abbuffavamo di sublime sangunazzu, zinenu e cento pelle e poi ci precipitavamo dallo zio Nino Mpirugghiu per tracannare vino e gazzosa. Ho incontrato di tanto in tanto Totuccio Scebba nelle ore mattutine, quando smetto di scrivere i miei libri e mi affaccio al balcone di via Roma. Quando lo vedo, lo chiamo a gran voce ed urlo: Aspettami zio Totuccio, mi vesto e consumiamo un caffè al bar Mirto. Auguri a zio Totuccio Scebba da tutta la redazione di Monreale News.it e dal sindaco Piero Capizzi.
COPYRIGHT ©BY SALVINO CAPUTO
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