Programmare l’attività culturale, legata allo sport, alla cultura, al tempo libero, ai grandi eventi legati alla musica, allo spettacolo, ai concerti, alla moda, è un dovere delle amministrazioni comunali siciliane, considerando che la nostra Regione Sicilia destina lauti finanziamenti ai Comuni Siciliani che hanno depositato e proposto progetti ad hoc, in sintonia con i fondi europei disponibili in materia.
Mi chiedo come il Candido di Voltaire perché non si debba vivere nel migliore dei modi possibili. Sciascia nel suo romanzo Candido, ovvero “un sogno fatto in Sicilia” del 1977, chiude il suo romanzo con una solenne fuga di Candido dalla Sicilia ed un trasferimento a Torino e poi a Parigi. Perché il Comune di Monreale, se è lecito saperlo, non ha avanzato, nei tempi previsti dalla legge, progetti legati al tempo libero, alla moda ed allo spettacolo, presso la regione siciliana? Non voglio fare le pulci all’amministrazione in carica, guidata dal Sindaco Piero Capizzi, ma qualcosa non va più dopo il grande evento di Dolce e Gabbana. Sarà, con una punta di sano umorismo, che gli stilisti se lo sono pagati con i loro quattrini il mitico evento moda a Monreale? I valorosi commercianti monrealesi, anime candide, stanno profondendo con competenza, infinite energie creative ed ideative per rianimare la nostra Monreale in balia esclusiva della raccolta differenziata, che sarà un sublime valore aggiunto ma va coniugata con la complessità dei problemi cittadini.
Non è il mio stile e lo stile non è acqua, fare il processo alla classe politica che governa Monreale, ma qualcuno mi dovrà spiegare e convincere in materia di programmazione ideativa legata ai temi su citati. Parlare solo del maledetto dissesto finanziario per assolvere il pessimismo leopardiano e l’impotenza legata all’ideazione programmatica, mi turba e mi scatena sentimenti legati al “Primato della Ragione” dei miei vecchi amici illuministi. Ci rissi u surci a nuci: Rammi tempu ca ti spirtusu! La nuova stagione politica che si profila alla vigilia delle elezioni amministrative del 2019 a Monreale, apre pagine di riflessione profonda e pone al centro del dibattito politico una questione essenziale di sopravvivenza per la nostra Monreale: Ci sarà, verrà, avanzerà una nuova classe politica monrealese che ci porterà fuori dalla solitudine, dall’isolamento strutturale, dal dissesto, dalla disperazione collettiva, dall’egoismo e dall’inciviltà che regna sovrana tra tanta fetta di cittadinanza? Non ho la bacchetta magica di mago Merlino, so bene che chi parteciperà e scenderà in campo per le prossime elezioni, sarà un santo, un folle, un idealista puro che ama ancora il bene comune ed il futuro dei monrealesi.
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