Il contesto politico monrealese alla vigilia delle elezioni del 2019

fumetto di Salvino Caputo

Stigmatizzare, sic et simpliciter, il contesto politico monrealese alla vigilia delle elezioni amministrative del 2019 è un’impresa complessa ed azzardata. Si aprono scenari da calura estiva.

Fotografare le forze politiche in campo, i movimenti e tutte le liste civiche che si preparano alla grande tenzone del 2019 è un dovere della stampa libera e terza rispetto ai partiti politici ed al movimentismo locale. Secondo il mio piccolo punto di vista, nell’infinita variazione totale della Scienza Politica, mamma politica non va sfruculiata, né chiacchierata. La Politica va scavata fino in fondo, decodificando l’umore della gente e dei nuovi leader che, via via, si propongono e si proporranno al governo della nostra martoriata Monreale. A rompere il ghiaccio, il primo movimento a scendere in campo è stato quello del mosaico, guidato con coraggio da Roberto Gambino, con un vasto seguito di energie giovanili e competenze tecniche e culturali. PD e Forza Italia boccheggiano in attesa di chiarimenti interni e scelta dei futuri candidati a sindaco. “Sarà Bellissima”, partito dell’attuale presidente della regione siciliana Musumeci, ha annunciato, tramite Pippo Lo Coco e Marco Intravaia, che scenderà nell’arena elettorale delle elezioni amministrative del 2019 a Monreale, anche se non ha ancora espresso un candidato sindaco. Sarà Alberto Arcidiacono? L’Ing. Alberto è stato ultimamente al centro della cronaca politica dello “Spettegulez” monrealese per strane collocazioni politiche, prima nel PD e recentemente nel nuovo centrodestra. Nessun chiarimento pervenuto da parte dell’interessato.

L’attuale sindaco di Monreale Piero Capizzi sta in campana, parla poco e non ha espresso pubblicamente una sua ricandidatura. Cerca di capire, probabilmente come potere arrivare ad un eventuale ballottaggio della disfida elettorale. I Cinque Stelle tacciono e sanno bene di non avere un voto strutturato nel territorio monrealese. Le elezioni politiche del 4 marzo, sono tutta un’altra storia! Scriveva Leonardo Sciascia: Un poco alla volta non mi sono sentito più siciliano, o meglio, non più solamente siciliano. Conosco minuziosamente la Sicilia, le infinite contraddizioni ed i tanti problemi che l’assillano, non solo italiani ma anche europei. Nelle vesti di scrittore sono semplicemente un uomo che vive e fa vivere la verità, che estrae dal complesso il semplice, che sdoppia e raddoppia, per sé e per gli altri, il piacere di vivere, anche quando rappresenta terribili cose. COPYRIGHT © SALVINO CAPUTO