Arriva il 2020, tra speranze e preoccupazioni: accogliamolo a braccia aperte
MONREALE, 31 dicembre – Col cuore gonfio di speranze, ma, al tempo stesso, con la testa piena di preoccupazioni salutiamo oggi questo 2019 che ci lascia e diamo il benvenuto al 2020 che chiede spazio e che sta per entrare nelle nostre case.
Prima di far saltare il tappo dalle bottiglie di spumante, però, momento nel quale ciascuno amerà stare vicino alle persone più care, ci soffermiamo solo pochi minuti con qualche riflessione, nel tentativo di tracciare un breve bilancio di quello che l’anno che tramonta ha portato con sé.
Nel far questo non possiamo non cominciare dal cambio della guardia che nello scorso mese di maggio è maturato in Sala Rossa, dove Alberto Arcidiacono, ribaltando il risultato di cinque anni fa, è subentrato a Piero Capizzi alla guida della città, imbarcandosi in un compito arduo, tanto quanto lo era stato quello del suo predecessore. Arcidiacono, assieme alla sua squadra, così come ha rivelato ieri ai giornalisti, ha dovuto far fronte ad una situazione iniziale di continua emergenza, che lo ha preso anima e corpo in questi primi sette mesi di governo della città: dai guai finanziari (il Ministero chiede delucidazioni e correzioni in un “promemoria” di 28 pagine, prima di dare il via libera al bilancio stabilmente riequilibrato 2018-2020), a quelli del territorio (chi non ricorda l’inferno di Monte Caputo del 2 agosto o la bufera di Santa Lucia?), passando per il “problema dei problemi”, perlomeno nel nostro territorio, che è quello dello smaltimento dei rifiuti. Adesso, però, ci si aspetta un cambio di passo, un impegno ulteriore, forse anche un “coup de theatre”, in grado di cambiare il corso di una deriva che se non induce al pessimismo, di certo non mette nemmeno allegria.
La macchina comunale, ma questo non è certo un mistero, stenta (e parecchio) a riprendere una corsa spedita, alla luce, soprattutto, di pensionamenti a catena che hanno depauperato gli uffici, senza che sia stato messo in atto, quando si doveva, un adeguato turnover ed ai quali si sta cercando di ovviare con non poche difficoltà. Senza contare le ristrettezze economiche di cui sopra, che rendono difficile pure la sostituzione di una semplice lampadina o il rattoppo di una piccola buca stradale. Ci vuol poco, quindi, a capire, quanto ancor più gravoso sia il compito dei nostri amministratori per l’anno che ci aspetta, anche perché, come spesso accade, terminata la “luna di miele” corrispondente in genere al primo semestre, cominceranno a venire fuori i primi mugugni ed i primi “mal di pancia” in seno alla maggioranza che ne sostiene l’azione.
“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare?”, quindi, giusto per usare la celebre frase di Gino Bartali? Assolutamente no. Il vecchio consiglio del “rimboccarsi le maniche” assume ancor di più un valore centrale, così come il “testa bassa e pedalare”, ricordandosi delle cose belle che offre la nostra comunità. Fra queste – impossibile non farne menzione – le tante associazioni del territorio (culturali, sportive, religiose), vero cuore pulsante della nostra vita sociale. Fra queste, soprattutto, le scuole, che realizzano, grazie all’impegno ed alla dedizione di dirigenti ed insegnanti, numerose e lodevoli iniziative che – si spera – formeranno i giovani cittadini monrealesi di domani, auspicando che siano più in gamba di quelli attuali.
Guai, quindi, se venisse meno l’ottimismo, se si affievolisse la speranza. Sarebbe una sconfitta a tavolino che nemmeno vogliamo prendere in considerazione. Salutiamo, pertanto, il 2019 che ci lascia ed accogliamo a braccia aperte il 2020 che arriva. Sarà certamente un anno migliore.
Buon anno a tutti.
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