MONREALE, 31 dicembre – L’anno che si chiude oggi, così come accade ogni 31 dicembre, lo mettiamo in soffitta con stati d’animo e sentimenti vari: con un pizzico di nostalgia se le cose sono andate nel migliore dei modi, senza troppi rimpianti, se – invece – hanno prevalso i fatti negativi.
Per la comunità monrealese, pur con il massimo sforzo, è difficile che per il 2017 non appaiano prevalenti i sentimenti di rammarico di fronte ai problemi di una comunità che stenta a crescere e che fa i conti giornalmente con situazioni di difficoltà dal punto di vista sociale, economico e culturale.
Il 2017 per Monreale sarà ricordato come quello in cui la corte dei Conti ha dato una sprangata sulla rotula del piano di riequilibrio finanziario che, l’amministrazione comunale, pur tra mille difficoltà ed in un clima che i giudici contabili hanno definito di “inaffidabilità”, stava portando faticosamente avanti. Si aprono le porte del dissesto finanziario, quindi, destino comune a quello di tanti altri centri dell’Isola, anche prestigiosi (Bagheria e Cefalù su tutti), a meno che non arrivi il gol in zona Cesarini, che la Finanziaria dello Stato 2018 potrebbe regalare alla comunità monrealese, riabilitando, in pratica, il Comune e dandogli una insperata seconda possibilità. Sull’argomento se ne saprà di più nei prossimi giorni, non appena verrà resa nota qualche circolare esplicativa che farà sapere se anche Monreale rientra tra le municipalità che possono aspirare alla riabilitazione. Ci sarà quindi, in questa eventualità, da fare in fretta, riscrivere il piano e sottoporlo all’esame del Consiglio comunale.
Così come ci sarà da fare in fretta per uscire fuori da questo stato di crisi di giunta nella quale il Comune si trova, dopo la presa di posizione del Partito Democratico che ha deciso di non voler proseguire l’esperienza governativa al fianco di Capizzi a causa della presenza di quelli che fino a ieri erano dei suoi alfieri e che, invece, adesso vengono da loro considerati alternativi ed incompatibili con il Pd.
Questi ultimi giorni sono stati caratterizzati da confronti serrati: ipotesi montate e smontate per le quali la quadra definitiva sembra non trovarsi mai, col risultato che la gente si appassiona sempre meno alle vicenda politiche e cresce, al contrario, il sentimento di antipolitica, che di certo non fa il bene di nessuno.
I bisogni della gente certamente sono altri: quello della vivibilità del proprio paese, della percorribilità delle proprie strade, del decoro del proprio ambiente, dei tempi di attesa alla fermata del bus. Insomma la gente vuole che qualcuno, in questo caso il Comune, risolva i propri problemi. Dell' "alzati tu, che mi siedo io” alla gente non frega assolutamente nulla, perché con questa linea guida l’immondizia non la raccoglierà nessuno, le strade saranno sempre al buio e l’autobus continuerà ad arrivare dopo tempi biblici. E fra un anno ci troveremo ancora qui a commentare con amarezza quello che sarebbe potuto essere e che non è stato.
Buon anno a tutti.
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