Siamo tutti democristiani

MONREALE, 16 luglio – Alla fine forse è uscita fuori la parte “democristiana” della vicenda: quella pronta a smussare gli angoli e a mediare tra le varie posizioni e l’uragano di giunta, se le cose andranno come sembra, potrà essere retrocesso a tempesta tropicale. Il Partito Democratico, dopo lo scossone assestatogli dal sindaco, potrà vedere riabilitata la sua delegazione assessoriale ed il “veliero Capizzi” potrà (si spera) lasciare le secche di questi giorni, salpando nuovamente verso la sua rotta.

È stata una settimana intensa quella appena trascorsa. Una settimana a metà tra la soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento Dolce e Gabbana, universalmente riconosciuta, e le tensioni per una crisi di governo cittadino della quale nessuno sentiva la necessità, che, con la stessa velocità con cui è esplosa, probabilmente rientrerà nei ranghi.
Quello che è successo è storia nota e Monreale News in questi giorni ne ha rilevato puntualmente i passaggi, raccontandoli ai propri lettori: l’esternazione di Silvio Russo a poche ore dalla sfilata e l’inalberamento di Capizzi, che prima ha annunciato di voler revocare gli assessori in quota Pd e poi lo ha fatto davvero. In mezzo, le prese di posizione di altri componenti autorevoli dei Dem: da Tonino Russo a Toti Zuccaro, all’area Lupo, che hanno più o meno apertamente preso le distanze dalla posizione di Silvio Russo, ribadendo la loro volontà di proseguire l’esperienza alla guida della città.

Mancava solo l’ultimo passaggio: quello del commissario cittadino del Pd, Antonio Rubino e dello stesso Silvio Russo. Passaggio che ieri, finalmente, è stato compiuto nel modo, come detto in apertura, più democristiano possibile. Rubino ha esaltato l’evento Dolce e Gabbana, elogiando il grande lavoro svolto, ringraziando tutti coloro che si sono spesi perché questo risultato potesse essere raggiunto, senza dare addosso a Silvio Russo, anzi ringraziandolo, dato che poco prima questi, con una lettera a sua firma, aveva cercato di spiegare il senso del suo intervento. Una maniera, a suo modo di vedere, per definire il “caso chiuso” e ribadire la posizione del partito al fianco di Capizzi “per il bene di Monreale”. Come dire: un colpo alla botte e l’altro al cerchio o, dato che siamo in Sicilia, al “timpagno”.

Silvio Russo, dal canto suo, che ha scomodato pure Massimo D’Alema, ha corretto il tiro, probabilmente in nome della ragion di Stato e delle esigenze superiori di stabilità politica, attribuendo ai cattivi consiglieri di Capizzi, sempre pronti a seminare zizzania, la colpa dell’ambaradan che in questi giorni si è verificato. Una soluzione, la sua, non ce ne voglia, anche questa da democristiano consumato, nonostante la sua storia politica, è arcinoto, sia di chiara estrazione di sinistra.
Adesso, però, dato che parliamo della vecchia DC, i monrealesi si aspettano che, proprio come la vecchia “balena bianca”, le polemiche, i veti incrociati e gli spifferi delle varie correnti vengano accompagnati da fatti e provvedimenti concreti. Dolce e Gabbana appartengono già al passato, i problemi di Monreale sono tutti sul tappeto e la città non può e non vuole aspettare più.