Monreale, deve diventare centro di attrazione di turismo internazionale

In Sala Rossa visita del ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti. FOTO e VIDEO

MONREALE, 1 novembre – “Il voto del 5 novembre costituisce un test importante per il futuro della Sicilia. I governi Renzi prima e poi Gentiloni hanno messo al centro dell’azione politica la rinascita del Mezzogiorno. Adesso è importante che il cambiamento vada avanti e che non si torni agli anni bui della destra e Micari può garantire il futuro per la Sicilia e per i suoi giovani”.

Sono parole del ministro per la Coesione Sociale e Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, in visita oggi a Monreale, dove è arrivato accompagnato dal sottosegretario alla Salute Davide Faraone. De Vincenti, in giro per la Sicilia, in vista della tornata elettorale che rinnoverà l’assemblea regionale siciliana, a Monreale è stato ricevuto dal sindaco Piero Capizzi, intrattenendosi a lungo pure nel duomo, dove ha ascoltato con grande interesse le illuminanti spiegazioni di don Nicola Gaglio, arciprete della cattedrale di Monreale.
“Occorre grande rispetto per il voto siciliano – ha detto ancora il ministro – È un voto sul futuro della Sicilia. A livello nazionale si trarranno delle decisioni, ma questo è un voto siciliano e come tale va rispettato. I siciliani vorranno continuare con il cambiamento che abbiamo impostato. Vorranno un rapporto con il governo nazionale che può realizzare la rinascita dell’Isola.

Qui in Sicilia è stato siglato il Patto per Palermo, con le sue opere: la tramvia, la messa in sicurezza di monte Pellegrino, contro il rischio frane. Qui a Monreale, inoltre, c’è un progetto importante di collegamento con Palermo. Insomma stiamo lavorando per il futuro della Sicilia e il giorno dopo le elezioni, grazie alla vittoria di Micari potremo continuare a lavorare per il futuro di quest’Isola”.

Berlusconi? - ha poi aggiunto De Vincenti – Ha la memoria corta. Evidentemente si è dimenticato di Cuffaro e di Lombardo, ma i siciliani non li hanno dimenticati. La destra ha lasciato una Sicilia senza infrastrutture e con una voragine nei conti regionali. Noi, col governo Renzi prima e Gentiloni poi, abbiamo avviato la ricostruzione della Sicilia e si deve continuare su questa strada e non tornare agli anni bui della destra.
Monreale e il suo duomo – ha concluso poi il rappresentante dell’esecutivo nazionale, parlando delle questioni locali – rientrano nella strategia degli attrattori culturali, che abbiamo avviato con il programma operativo dei Beni culturali che stiamo sviluppando in molti siti del Mezzogiorno. Monreale deve essere un centro di riferimento internazionale di attrazione di turismo internazionale che può portare sviluppo e occupazione qui in Sicilia”.