Non svenduta la dignità dei monrealesi, i seminatori di zizzania sono sempre all’opera

Silvio Russo

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 15 luglio - Mi ricordo quando Massimo D'Alema veniva attaccato perché, contrariamente alla sua appartenenza politica, assumeva comportamenti tipici della Destra, tanto che è rimasta storica la frase di Nanni Moretti che gli disse: "Massimo, dilla qualcosa di Sinistra".

Orbene, stante la mia appartenenza di Sinistra, mi stupisco che un mio articolo, improntato tutto sull'eguaglianza sociale, abbia potuto scatenare un casus belli tra me e il sindaco Piero Capizzi dovuto ad una cattiva interpretazione di un sostantivo che per effetto di una fantasiosa decodificazione da parte di coloro i quali hanno alimentato sin dagli inizi, e continuano a farlo, tensioni per far scoppiare una improbabile crisi politica.
Eppure sin dalle prime battute ho posto in evidenza che Piero Capizzi è forse il sindaco più capace che questa cittadina abbia mai avuto. Ma si sa i seminatori di zizzania sono sempre all’opera e da sempre lavorano per alimentare discutibili polemiche per avvantaggiarsene. Questa volta hanno messo la pulce al sindaco Capizzi travisando il contenuto del mio articolo.
Non ho mai sostenuto che Piero “ha svenduto la dignità dei monrealesi” per questo credo che lo spropositato atto del primo cittadino sia frutto di infedeli interpretazioni fornitegli.
Ricollegandomi a quanto scritto precedentemente, volendo stilare un bilancio della ormai dibattuta kermesse, cioè quella che ha visto protagonisti indiscussi gli stilisti Dolce & Gabbana, e volendo utilizzare un linguaggio contabile direi: il bilancio si è chiuso in pareggio.
Certo, è vero, l’evento è stato unico nel suo genere, irripetibile che indubbiamente ha messo in risalto alcuni luoghi del patrimonio artistico, della nostra cittadina monrealese, ma è anche vero che non ha coinvolto il mondo dell’imprenditoria e dell’associazionismo monrealese, i quali potevano raccontare le tradizioni culturali e popolari della nostra cittadina, avrebbero potuto raccontare il nostro territorio con tutte le sue sfaccettature culturali ed enogastronomiche. In termini di impatto mediatico sarebbe stato un grande risultato.
Il pensiero di alcuni intellettuali monrealesi, espresso negli ultimi giorni in riferimento all' evento, analizza il disagio sociale generato dal divario corrente tra ricchezza e povertà mettendo in risalto il malessere in cui versa la società odierna e che pone in me ulteriori interrogativi: l’evento che tanto ha fatto discutere in questi ultimi giorni quale messaggio ha lasciato ai nostri giovani? Ed ai nostri concittadini? Non vorrei fosse passato il messaggio che, come giustamente analizzato, chi possiede il denaro ha più diritti di chi non ne ha.
Il sindaco ha impiantato una crisi politica traendo dal mio elaborato un solo sostantivo: dignità. Sinonimo di questo sostantivo è nobiltà e di certo i monrealesi sono tutti uomini nobili, di animo, non aristocratici ed in tal senso è stato da me utilizzato il termine dignità. Perché non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a un altro uomo soprattutto quando si mette in risalto la propria ricchezza.
Avrei preferito discutere con il sindaco e con tutti coloro i quali sono sensibili a queste tematiche di quanto esposto in termini di eguaglianza sociale, quei temi che ad ogni singolo monrealese sia esso ricco o povero sono tanto cari. Il Pd, che a Monreale ha forti radici di sinistra, almeno per quanto mi riguarda, non si dimentica di chi vive nel disagio sociale. Lo dice la mia storia.
Davo per scontato che ogni commento vertesse solamente sul piano politico, non volevo di certo essere in alcun modo di offesa alla persona.
Passato l'evento, i problemi posti rimangono ed é l'ora che ci si interroghi sui temi posti dai due intellettuali monrealesi.

* componente della direzione provinciale del PD