Lavoro perché tutti si riconoscano in questo Pd

Antonio Rubino

Per il commissario del partito Antonio Rubino arriva il momento di raccogliere, dopo aver seminato

MONREALE, 14 marzo – La parola più pronunciata da Antonio Rubino, da quando è commissario del Partito Democratico di Monreale è “tutti”. Un termine, magari ambizioso, ma certamente augurale per tentare di ricompattare quelle che ai tempi della Democrazia Cristiana si chiamavano correnti e che adesso, invece, vengono definite “anime” del partito.

Mandato dai vertici regionali lo scorso 22 gennaio con tanto di ago e filo per ricucire gli squarci evidenti tra le varie aree dei democratici monrealesi, Rubino finora ha mantenuto un profilo basso, lavorando sottotraccia e centellinando le sue esternazioni anche nei confronti della stampa. Il suo, però, è stato un lavoro paziente, finalizzato, come afferma lui stesso, al “dopo”, a quando cioè il suo compito si esaurirà, magari prima dell’estate. Adesso, quindi, dopo quasi due mesi di arare, dovrebbe arrivare il tempo di raccogliere. E se la prima domanda posta all’assemblea era: sostegno a Capizzi sì, sostegno a Capizzi no, la risposta che è arrivata, pur con alcuni distinguo da parte di qualcuno, è stata “sostegno sì”.

“Una scelta razionale – racconta Rubino a Monreale News – considerato che il Pd ha compiuto un percorso interessante ed articolato per arrivare qui: con due primarie, il sostegno a Capizzi, l’affermazione alle amministrative. Sarebbe illogico buttare tutto a mare per dei contrasti interni. Saremmo autoreferenziali e non rivolti alla città. Ed invece noi vogliamo rivolgerci alla città. L’obiettivo adesso – prosegue Rubino – è la composizione della giunta, seguirà la restituzione degli organismi del partito, considerato che non vorrò fare il commissario a vita. Avrei potuto fare delle scelte in solitudine, così come mi consentirebbe il mio incarico, presentando al sindaco il fatto compiuto, ma un minuto dopo si sarebbero riaperte le questioni all’interno del Pd. Ed invece lavoro perché tutti possano riconoscersi in queste, perché tutto il Pd possa restare dentro, tutti si sentano partecipi di questo percorso e dove tutti abbiamo pari dignità”.