Discarica di Zabìa, nessuna sostanza inquinante

Il Comune rende noti gli esiti delle analisi eseguite dall’Arpa

MONREALE, 16 gennaio – “Le analisi eseguite e i rapporti di prova effettuati dall’ARPA Sicilia lo hanno pienamente confermato e certificato: l’ex discarica comunale sita in contrada Zabìa non contiene affatto rifiuti pericolosi e non è stata riscontrata nella zona alcuna presenza di materiali o sostanze inquinanti”: è questa la dichiarazione che il sindaco Piero Capizzi ha rilasciato dopo che il Comune ha ricevuto l’esito delle verifiche effettuate dall’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente.

Lo scorso 14 novembre, sulla scorta dell’apposito piano predisposto dall’architetto Fabio Campisi, la ditta incaricata ha proceduto ad effettuare i campionamenti dei suoi sottosuoli nei punti di indagine previsti dal relativo piano, alla presenza dei tecnici dell’ARPA di Palermo ; i campioni prelevati sono stati quindi sottoposti a specifiche analisi chimico-fisiche presso un laboratorio specializzato di Carrara, che eseguiti i dovuti accertamenti, ha fornito al Comune i rapporti di prova in base al quale è stato certificato che “in nessun campione di suolo superficiale o sottosuolo presenti nel sito sono stati riscontrati superamenti di concentrazioni soglia di contaminazione”.
Tutta la documentazione che riguarda le analisi e le verifiche svolte e già stata trasmessa alle diverse autorità competenti (Dipartimento Regionale Rifiuti ed Acque, ARPA, Prefettura, Azienda Sanitaria Provinciale, Città Metropolitana di Palermo), nonchè alla struttura commissariale istituita a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla vigente normativa delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale, per le quali tre anni orsono la Commissione Europea ha pesantemente sanzionato il nostro Paese. “Nei mesi scorsi, grazie anche al fattivo e concreto impegno degli assessori Granà e Taibi, abbiamo finanziato e realizzato tutti gli indispensabili lavori di messa in sicurezza di emergenza dell’ex discarica, recuperando i gravi ritardi che si erano inspiegabilmente accumulati durante la precedente amministrazione – afferma il sindaco Piero Capizzi – ed abbiamo avuto modo di accertare e dimostrare che così come abbiamo sempre sostenuto, in contrada Zabìa non esiste, e non è mai esistito, alcun pericolo per la salute pubblica e che non sussistono rischi per l’ambiente. I risultati che sono emersi dalle indagini rivelano con la massima chiarezza, in maniera scientifica ed inconfutabile, che erano assolutamente, fuori luogo, oltre che fuorvianti, le affermazioni di chi in più occasioni ha parlato di ‘bomba ecologica’facendo riferimento a situazioni di inquinamento e di contaminazione in realtà del tutto inesistenti”.

“Quando ci si trova davanti a problematiche e questioni di particolare rilevanza e delicatezza – aggiunge sull’argomento il primo cittadino – è sempre doveroso comportarsi con alto senso di responsabilità: coloro che hanno tentato di creare e diffondere allarmismi, abbandonandosi a infondati catastrofismi, ritengo che debbano ora riflettere con serietà sugli atteggiamenti assunti e magari, con umiltà, ammettere pubblicamente di aver sbagliato”.

L’architetto Fabio Campisi che ha curato le diverse fasi dei lavori dichiara: “La discarica di contrada Zabia realizzata alla fine degli anni ’90, è stata messa in esercizio soltanto per un lasso di tempo assai limitato, durante il quale vi sono stati conferiti circa 4 mila metri cubi di rifiuti solido-urbani, rimanendo in seguito del tutto inutilizzata. Dopo la definitiva conclusione di tutti gli interventi relativi alla messa in sicurezza dell’ex discarica ed alla luce delle confortanti risultanze emerse dalle recenti indagini ambientali, per il Comune di Monreale non sussiste più il rischio di incorrere nelle ingenti sanzioni economiche che a seguito della sentenza di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2 dicembre 2014 sono state applicate allo Stato Italiano, che a sua volta ha ritenuto di dover addebitare alle Regioni e agli enti comunali interessati”.