La fuga della tigre dal circo, il pm chiede l’archiviazione

Sottolineate, invece, responsabilità di tipo amministrativo

PALERMO, 10 ottobre – Non ci fu dolo, ma ci sarebbero colpe gravi di natura amministrativa. Così il pm Enrico Bologna, che indaga sulla ormai nota vicenda della tigre del circo di Svezia, sfuggita ai controlli degli inservienti lo scorso 28 gennaio e poi catturata sulla circonvallazione di Monreale, dopo una mattinata da film, inquadra la vicenda nata dalle denuncia dell’animalista Enrico Rizzi, che si è scagliato contro l’amministrazione comunale.

Come afferma lo stesso animalista sul proprio profilo Facebook, il pm non ha usato parole tenere nei confronti dell’amministrazione monrealese, sebbene abbia chiesto l’archiviazione per mancanza di dolo (contro la quale Rizzi dice di aver presentato opposizione).
Rizzi parla, citando sempre il pm Bologna, di “palesi irregolarità sotto il profilo del mancato rispetto della rigorosa normativa di settore”, “colpa grave dovuta ad imperizia ed a crassa ignoranza”, “sconsiderata ed avventata emanazione dell’illegittima autorizzazione in parola”, “corto circuito di controlli – attivati goffamente soltanto in epoca successiva alla fuga della tigre”, “evidente contesto di cialtroneria ed impreparazione”, “superficiale empirismo”, “inadeguatezza e scarsa professionalità”. Adesso la parola toccherà al Gip.
Va precisato, però, che le “leggerezze” evidenziate nella richiesta di archiviazione del pm, che esclude quindi profili di natura penale, attengono solo alla gestione amministrativa e non comportano quindi responsabilità di tipo politico.
Il pm, inoltre, non riconosce nell’associazione animalista rappresentata da Rizzi il ruolo di soggetto offeso, rendendogli difficile, pertanto, la possibilità di opporsi alla richiesta di archiviazione.
Resta aperta, invece, la partita che vede i soggetti in campo con un ruolo capovolto, nella quale è stato il sindaco Piero Capizzi a presentare querela contro Enrico Rizzi contestandogli i reati di diffamazione aggravata a mezzo stampa e calunnia.