La decisione è della sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Alcuni beni sono stati restituiti ai familiari
MONREALE, 29 aprile – Nel 2011 i beni erano stati sequestrati, adesso arriva la confisca. Il patrimonio, quindi, passa allo Stato. Sono quelli di Antonio Badagliacca, 74 anni ritenuto per diverso tempo il reggente della famiglia mafiosa di Monreale. Ne dà notizia stamattina il giornale di Sicilia in un articolo a firma di Riccardo Arena.
A stabilire la confisca è stato un collegio giudicante presieduto da Luigi Petrucci, a latere Ettorina Contino e il relatore Vincenzo Liotta della sezione misure di prevenzione del tribunale, che però ha deciso pure che alcuni terreni e immobili dovranno essere restituiti anche ai prossimi congiunti dello stesso Badagliacca. Sono quelli acquisiti prima del Duemila, perché ritenuti di provenienza lecita e dimostrabile.
Fra i beni confiscati, dal valore approssimativo di circa dieci milioni di euro, ci sono due terreni di contrada Barone, cinque di contrada Cannizzara e due di contrada Agrifoglio, tre immobili e due villini di via Linea Ferrata, tre abitazioni ultrapopolari di via Provinciale, a Pioppo. I conti correnti, i rapporti bancari, i libretti di deposito e i fondi di investimento che passano allo Stato sono ventuno.
Tornano nella disponibilità dei congiunti di Badagliacca, per le motivazioni di prima, invece, dodici villini, un immobile e un’abitazione di tipo economico costruiti a Monreale, in via Linea Ferrata, tra il 1993 e il 1995, una casa rurale e cinque terreni di contrada Cannizzara, dieci terreni di contrada Barone, cinque di contrada Caculla e un altro immobile di via Pietro Novelli, una quarantina fra conti correnti, certificati di deposito e titoli, fondi di investimento, rapporti bancari, due imprese individuali, sette autocarri e un’auto. Sono tutti intestati ai familiari di Badagliacca, assistiti dagli avvocati Fabrizio Biondo e Piero Capizzi.
Badagliacca, cognato dell’altro esponente della famiglia di Monreale Benedetto Buongusto, fu arrestato dai carabinieri nel maxiblitz denominato Perseo avvenuto il 16 dicembre 2008. Il reggente di Monreale fu condannato poi ad otto anni e mezzo. L’inchiesta riguardava il primo tentativo di ricostituzione della commissione di Cosa Nostra (altri furono sventati tra il 2018 e il 2019) e Badagliacca avrebbe fatto da trait d’union con i capi dei mandamenti di Santa Maria di Gesù, Villagrazia, Boccadifalco, Pagliarelli, San Giuseppe Jato, Noce.