L’inchiesta di Borgetto sui migranti sfruttati: il Riesame revoca il divieto di esercitare attività agricola a tre indagati

Il provvedimento, che riguarda Pietro e Francesco Lo Baido e Giuseppe Di Bella, emesso dopo l’appello della difesa

BORGETTO, 2 ottobre - Il Tribunale del Riesame di Palermo ha revocato la misura interdittiva di divieto di esercitare attività di impresa agricola per quattro mesi, che nello scorso mese di agosto era stata disposta a carico di Pietro e Francesco Lo Baido e Giuseppe Di Bella (i primi due sono di Borgetto, l’altro di Altofonte), coinvolti assieme ad altre nove persone nell’inchiesta riguardante il presunto sfruttamento lavorativo di migranti.

I tre, che risultano tuttora comunque indagati, si erano visti infliggere la misura dal Gip di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, che aveva chiesto pure l’arresto, nell’ambito dell’inchiesta circa il presunto sfruttamento di lavoratori in stato di bisogno, così come recita l’articolo 603 bis del Codice Penale.
Secondo l’accusa, in pratica, i tre avrebbero condotto un’attività fraudolenta ed illecita finalizzata all’utilizzo di migranti, anche minori, per destinarli al lavoro nei campi, in nero e sottopagato. Una sorta di reclutamento per il lavoro con la compiacenza della “New River” di Borgetto.
Contro l’ordinanza di divieto avevano presentato appello i difensori dell’azienda agricola, gli avvocati Piero Capizzi e Ilenia Bacchi, dopo il quale il Riesame il 28 settembre scorso ha disposto la revoca.
A fine agosto analoga revoca era stata concessa ai titolari del ristorante “La Sorgente” sempre di Borgetto, coinvolti nello stesso filone di inchiesta. Soddisfatti i due legali che, come affermano, “si riservano di provare nelle sedi opportune la totale estraneità dei loro assistiti in relazione ai fatti loro contestati”.