Rese note le motivazioni della sentenza d’appello che boccia le istanze di circa dipendenti
MONREALE, 1 agosto – La domanda risarcitoria avanzata d i circa sessanta precari in forza al Comune di Monreale era inammissibile, mentre era improponibile la richiesta di assunzione a tempo indeterminato. Sono state rese note le motivazioni con cui, nei giorni scorsi, la Corte d’Appello di Palermo ha detto no alle istanze presentate dai contrattisti.
A pronunciarsi in secondo grado è stato il giudice Maria Di Marco della sezione controversie di lavoro, previdenza ed assistenza, che al suo fianco aveva Gianfranco Pignataro (consigliere), Claudio Antonelli (consigliere relatore).
I dipendenti, in sostanza, chiedevano, se non il passaggio al tempo indeterminato, un risarcimento di 12 mensilità, come peraltro dice il recente orientamento giurisprudenziale. Un provvedimento, che, se accolto dalla Corte d’Appello, avrebbe comportato un pesante esborso da parte del Comune di circa un milione e mezzo di euro. Inammissibili, invece, secondo i giudici, le richieste dei lavoratori e somma “risparmiata”, quindi, da Comune, che nella circostanza era rappresentato dall’avvocato Carmen Milazzo (nella foto).
Il pronunciamento, che vede, pertanto, soccombenti i dipendenti precari, forse non deve essere letto come una sconfitta su tutta la linea, dal momento che un eventuale riconoscimento sanzionatorio avrebbe potuto comportare la nullità dei contratti, dando pertanto Comune la facoltà di risolverli, in vista di eventuali (ed ipotetici) nuovi concorsi.
“Prendiamo atto del pronunciamento della Corte d’Appello – fa sapere il sindaco Piero Capizzi – che per noi, peraltro, non modifica nulla, dal momento che è nostra intenzione, così come abbiamo cominciato a fare, proseguire il percorso di stabilizzazione, destinato a tutti i precari del Comune”.