Tanta gente ieri pomeriggio alla sala del Fondo Antico del complesso Guglielmo
MONREALE, 29 aprile - Molto partecipato l’incontro che si è svolto ieri pomeriggio, presso il Fondo antico, su alcune figure femminili, trascurate dalla storiografia ufficiale. Nel corso dell’evento è stato presentato il libro di Rita Alù, Io Rosalia N., figlia di Pietro, noto come il Monrealese, artista cresciuta nella bottega del più famoso padre.
La “medichessa” ebrea Virdimura, vissuta nel Medioevo e la poetessa netina Mariannina Coffa, di metà Ottocento, sono state le altre due figure di snodo in un ardito e interessante percorso sviluppato su un asse diacronico e tematico.
All’iniziativa, promossa e coordinata dalla docente di Lettere Romina Lo Piccolo, hanno partecipato l’autrice del libro, la giornalista Maria Modica e l’artista e docente Franco Nocera. Presenti il sindaco Piero Capizzi e l’assessore Giuseppe Cangemi. Il primo cittadino si è detto soddisfatto perché Monreale si è riappropriata delle figura di Rosalia Novelli che, dopo quattro secoli, torna ad essere “monrealese”.
Dopo avere riesumato dall’oblio Virdimura, prima donna ad avere ricevuto un’autorizzazione ufficiale alla pratica della medicina, nel 1371, Maria Modica ne ha tracciato un ritratto di medico coraggioso e generoso come solo le donne sanno essere, avendo ottenuto la dispensa dai medici regi ad esercitare in favore dei più deboli e bisognosi.
Il percorso è continuato con il cuore dell’appuntamento, il libro su Rosalia Novelli, su cui si è soffermata l’autrice, ma anche il pittore Nocera. È emersa una figura d’artista dotata d’identità propria, anche se fortemente segnata dall’opera paterna, con una vita difficile e travagliata, contraddistinta da tre matrimoni e incontri con donne importanti. Il suo volto compare sulla giovinetta del grande quadro ubicato sullo scalone monumentale del Marvuglia, nel complesso Guglielmo II, “San Benedetto distribuisce la regola sotto forma di pane agli ordini cavallereschi e religiosi”. L’incontro è stato intervallato da letture dell’attrice Silvia Alù di pagine tratte dal libro.
Sulla poetessa Mariannina Coffa si è soffermata Romina Lo Piccolo. Osteggiata dal marito e dal suocero nell’attività di scrittura e tormentata da un amore infelice, la “Saffo netina” ha scritto versi di vibrante lirismo. Alcuni sono stati letti dalla giovanissima Giulia Melilli.
“Queste donne – ha spiegato Romina Lo Piccolo – dimenticate dalla storiografia ufficiale ci sono sembrate interessanti in quanto “sema”, cioè portatrici di un significato, anche pedagogico, di determinazione al successo o alla realizzazione della propria vocazione interiore, sebbene in ambienti difficili, maschilisti o “pregni” di pregiudizio. Un messaggio positivo di “successo” declinato come sacrificio, impegno e generosità, molto lontano dall’accezione del “tutto e subito” tipico della nostra società”.
Al termine una gradita visita al Fondo antico, guidata dalla direttrice Maria Ferraro.
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