Sono relative ai reati di estorsione aggravata, appropriazione indebita e truffa
PALERMO, 29 ottobre – Si ridimensiona l'impianto accusatorio a carico di Giovanni Messina, figura centrale sulla quale ruota l'intero processo relativo al cimitero di San Martino, il cosiddetto “cimitero degli orrori”.
Detto del proscioglimento di otto dipendenti comunali e dell'ex sindaco, Piero Capizzi, del quale diamo conto in un precedente articolo, va sottolineato il fatto di come nel corso dello stesso procedimento il Gup Marco Gaeta abbia affermato l'assoluzione per Giovanni Messina (nella foto) ritenuto il promotore della associazione a delinquere. Il giudice infatti ha assolto Messina dalle accuse di estorsione aggravata, truffa aggravata ed appropriazione indebita.
“Dopo 4 anni di indagini preliminari – hanno dichiarato Salvino e Giada Caputo e Francesca Fucaloro – il contesto accusatorio viene notevolmente ridimensionato ed adesso dovrà essere sottoposto al vaglio dibattimentale davanti la quarta sezione penale del Tribunale di Palermo in composizione collegiale. In quella sede dimostreremo anche la inesistenza del reato di associazione a delinquere”.
Ritornando al proscioglimento e quindi al “non luogo a procedere per i dipendenti comunali, il Gup, dopo oltre 10 udienze ha accolto le argomentazioni del collegio digli avvocati Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e Giada Caputo che hanno curato tutte le indagini difensive, e ha dichiarato non luogo a procedere in favore dei dipendenti, indagati a vario titolo erano indagati per falso, abuso d'ufficio ed omissioni di atti di ufficio. I difensori attraverso complesse indagini difensive, perizie tecniche e produzioni documentali hanno dimostrato che gli otto dipendenti pubblici avevano agito nell’esclusivo interesse pubblico e con correttezza amministrativa.