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Quella bastonata al figlio serviva solo per correggerlo: il giudice assolve un genitore monrealese

| Nera e giudiziaria

Lo ha stabilito il Tribunale di Palermo: il 55enne era fortemente preoccupato per le cattive frequentazioni del ragazzo

MONREALE, 4 ottobre - Era stato denunciato dai carabinieri della Stazione di Monreale per avere fatto abuso di mezzi di correzione e disciplina nei confronti del figlio di anni 14 percuotendolo con un bastone.

Al termine di un processo durato oltre 4 anni il pubblico ministero aveva concluso la requisitoria chiedendo la condanna ad un annodi carcere. Dopo una camera di consiglio il giudice monocratico del Tribunale di Palermo ha assolto D.B. con formula piena, accogliendo la tesi difensiva degli avvocati Salvino e Giada Caputo (nella foto).

I fatti, accaduti a Monreale, risalgono al mese di luglio del 2016. D.B. genitore di anni 55 e padre di tre figli, era fortemente preoccupato per il comportamento del figlio minore D.R. Mostrava svogliatezza, disinteresse e rientrava spesso a tarda sera. Da una telefonata da parte della dirigenza scolastica l’uomo apprendeva che il figlio da oltre 10 giorni si assentava da scuola. Dagli altri due figli riusciva a sapere che il minore frequentava un gruppo di ragazzi palermitani, dediti a furti sulle bancarelle dei mercatini che a volte smontavano pezzi di motocicli e macchine. D.B., allora, fortemente preoccupato chiedeva spiegazioni al figlio che rispondeva al genitore in malo modo, dichiarando che intendeva andare via da casa. In preda ad uno stato di ansia e preoccupazione, il genitore colpiva con un bastone da cucina il figlio al braccio sinistro. Per tutta risposta il minore chiamava i carabinieri, denunciando di essere stato aggredito dal padre. I militari, prontamente intervenuti, accompagnavano il minore al Pronto Soccorso e successivamente su disposizione della Procura per i Minorenni veniva accompagnato in una casa protetta, mentre D.B. veniva denunciato per lesioni aggravate e per avere abusato con mezzi di correzione e disciplina del minore.

I difensori sentivano a sommarie informazioni gli inquilini dello stabile che affermavano trattarsi di una famiglia tranquilla e che il minore da sempre mostrava segnali di insofferenza e di ribellione. Sottoposto ad esame da parte di uno psicologo, il minore risultava un soggetto difficile , che non accettava le regole di convivenza e rifiutava ogni rapporto con i genitori.
Gli avvocati Giada e Salvino Caputo rappresentavano processualmente questi elementi di prova dimostrando che il minore non aveva subito lesioni gravi, che il genitore mai aveva usato violenza sul figlio e che il comportamento di D.B. era finalizzato a proteggere il figlio che evidentemente era preda di cattive frequentazioni.

Al termine dell’udienza il giudice monocratico accoglieva le tesi difensive e assolveva il genitore con formula liberatoria. "Certe volte - ha dichiarato Giada Caputo - il nostro ordinamento penale presenta fattispecie delittuose estremamente rigorose che non tengono in considerazione la delicatezza dei rapporti genitoriali e la necessità di intervenire per evitare conseguenze irreparabili ai figli”.

· Enzo Ganci · Editoriali

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