Le telecamere, secondo il giudice, erano solo a servizio della propria abitazione
MONREALE, 1 giugno – Le telecamere posizionate a servizio della propria abitazione riprendevano esclusivamente spazi pubblici condominiali e non riprendevano aspetti della vita privata dei condomini.
Da qui la sentenza di assoluzione emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo. I fatti consumati a Grisi, frazione del comune di Monreale, risalgono al 6 settembre 2022 quando P.G. presentava ai carabinieri della stazione locale una querela nei confronti di C. R anch'essa residente a Grisi assieme alle due figlie, per la presunta interferenza nella vita privata a causa delle tre telecamere che la donna aveva installato per garantire la sicurezza del nucleo familiare.
I fatti vanno ascritti a comportamenti reiterati nel tempo da P.G. nei confronti della donna che in contesto di separazione aveva ottenuto l'uso della casa familiare a Grisì ed in questo contesto di conflittualità si inserisce il gesto di P. G. che unitamente ad un congiunto, nottetempo danneggiava una delle telecamere posizionate. Le immagini però venivano riprese dalle videocamere e segnalate ai carabinieri da C. R. per il reato di danneggiamenti e violazione di domicilio.
La difesa di C. R., composta dagli avvocati Salvino e Giada Caputo e Francesca Fucaloro con una relazione tecnica dimostrava che il raggio di operatività felle telecamere era limitato. Alla ripresa di spazi di esclusiva pertinenza e non riprendevano spazi condominiali.
Il pubblico Ministero presentava richiesta di archiviazione e P.G. presentava invece atto di opposizione chiedendo il rinvio a giudizio di C. R.
La difesa in sede di opposizione depositava investigazioni difensive e testimonianze a dimostrazione della correttezza del comportamento di C. R.
Al termine della Camera di Consiglio il Giudice per le Indagini preliminari, condividendo la linea difensiva degli avvocati, assolveva la donna disponendo l'archiviazione delle accuse mosse nei confronti di C. R.