Cimitero di San Martino, concluse le indagini: in 24 verso il processo

Le indagini accesero i riflettori su un presunto traffico di loculi nella frazione

PALERMO, 31 ottobre – Sono stati notificati in queste ore gli avvisi di conclusione indagini relativi alla vicenda del cimitero di San Martino delle Scale, nella quale le investigazioni svolte dai carabinieri di Monreale e coordinate della Procura della Repubblica di Palermo, nel maggio del 2018, consentirono di ricostruire una gestione illecita del sito, finalizzata ad ottenere ingenti profitti dalla compravendita di sepolture.

Il fatto arriva qualche giorno dopo la chiusura delle indagini relative al cimitero di Monreale, per il quale la Procura tiene in piedi un altro ampio filone di indagini.
La vicenda San Martino, che suscitò molto scalpore, in un provvedimento a firma del pm Alfredo Gagliardi, vede coinvolti in tutto 24 soggetti, che rispondono, a vario titolo, di varie tipologie di reato.
Per quanto concerne la gestione del cimitero, la questione riguarda 12 soggetti, tra i quali Giovanni Messina, Salvatore Messina 40enne, Salvatore Messina 36enne, Antonino Campanella ed Erminia Morbini, destinatari, a suo tempo, di provvedimento cautelare. Qualora per loro dovesse prospettarsi il rinvio a giudizio, dovranno rispondere di associazione per delinquere.


Secondo la Procura, la cui azione era partita dalla raccolta di alcune denunce, ci si trovava in presenza di una organizzazione criminale che, nel corso degli ultimi anni, si era di fatto sostituita ai monaci benedettini - in maniera del tutto abusiva - nella gestione del cimitero, iniziando un vero e proprio commercio di loculi e tombe.
In pratica, il cimitero, ormai saturo da anni, sarebbe stato in grado di accogliere sempre nuovi feretri, perché gli indagati avrebbero illecitamente estumulato vecchie salme, facendo posto a nuovi defunti. In tutto questo, ovviamente, secondo gli inquirenti, intascando laute somme di denaro.
La vicenda, però, ha avuto anche degli altri risvolti, legati all’aspetto delle procedure amministrative, che hanno coinvolto anche l’Asp di Palermo ed il Comune di Monreale. Questo è il motivo per cui, in caso di rinvio a giudizio, dovranno sottoporsi a processo, tra gli altri, Ernesto D’Agostino e Michele Amato medici dell’Asp. Di omissione di controllo dovrà rispondere, invece, l’ex sindaco Piero Capizzi ed il dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, Maurizio Busacca. Coinvolti anche i funzionari Salvatore Ganci, e Salvatore Palazzo. La vicenda, infine, seppur per fattispecie diverse, riguarda anche alcuni impiegati dell’Ufficio Anagrafe che rispondono di omissione di atti d’ufficio.