Colpo alla mafia di Monreale: tre condanne per tentata estorsione

10 anni ad Antonino Sciortino, 6 a Salvatore Lupo, 5 anni a Sergio Damiani

PALERMO, 16 novembre – Il gup di Palermo Fabrizio Molinari ha condannato complessivamente a 21 anni di carcere per due tentativi di estorsione e danneggiamenti Salvatore Lupo (6 anni), Antonino Sciortino (10 anni) e Sergio Damiani (5 anni).

Avrebbero chiesto il pizzo a due imprese edili che stavano realizzando appartamenti a Monreale. Le ditte dovevano versare 3mila euro per ognuno dei 18 appartamenti in costruzione e far realizzare gli impianti idraulici a una azienda vicina alla mafia. Solo nel 2017, convocati dai carabinieri, le vittime hanno confermato le tentate estorsione. A gestire il racket sarebbe stato Sergio Damiani, che secondo l’accusa avrebbe preso il comando della “famiglia”di Monreale. Salvatore Lupo avrebbe avvicinato gli imprenditori, mentre Antonino Sciortino avrebbe avuto il ruolo di esattore. Sono stati assolti, invece, Girolamo Spina, Antonino Alamia, Nicola Parisi, Roberto Spinnato e Salvatore Lo Cicero, accusati di violenza privata.

Dalle intercettazioni è emerso l’organigramma che vede a capo del gruppo mafioso Sergio Damiani, nonostante fosse in carcere. Damiani è ritenuto reggente della famiglia di Monreale e già riconosciuto uomo d’onore della famiglia mafiosa.
La sua designazione è riemersa nel corso di un’intercettazione ambientale tra Alberto Bruscia ed il cognato Salvatore Lupo i quali discutevano del ruolo di reggente assegnato qualche giorno prima proprio a quest’ultimo dai vertici del mandamento di San Giuseppe Jato. Entrambi però sarebbero stati consapevoli che tale incarico sarebbe prima o poi cessato con la nomina di una persona di più elevato spessore mafioso, che peraltro gli stessi individuavano nell’uomo d’onore Sergio Damiani.