Nessun abuso d’ufficio nella “svendita” del terreno di Furnari, assolta la monrealese Ninfa Cangemi
Condannate, invece, la dirigente della Regione, Ciaceri e la funzionaria del Genio Civile, Giuffrè
MESSINA, 29 novembre – Si è concluso con due assoluzioni e due pesanti condanne il processo sulla presunta “svendita” di un terreno demaniale ai privati, in territorio di Furnari, che vedeva fra gli imputati pure la monrealese Ninfa Cangemi.
Per lei, assistita dagli avvocati Piero Capizzi e Giuseppe Pipitone, è arrivata l’assoluzione, così come per Loredana Giuffrè. Condannati, invece, la sorella Antonella Giuffrè, funzionario del Genio Civile di Messina a 4 anni e Dania Ciaceri (2 anni e 4 mesi), ai tempi della vicenda dirigente dell’ufficio Patrimonio dell’assessorato regionale all’Economia.
Per tutti e quattro gli imputati il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna a 3 anni di carcere.
Secondo l’accusa gli imputati si sarebbero resi artefici di “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” e “abuso in atti di ufficio”, in concorso materiale fra loro, poiché avrebbero formato un atto pubblico falso che sarebbe stato finalizzato alla vendita di un terreno demaniale di Furnari ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato.
Nel luglio di due anni fa gli arresti domiciliari erano scattati nei confronti dall’architetto Antonella Giuseppina Giuffrè, 58 anni, in servizio presso il Genio Civile di Messina e dei tre cittadini privati Federico Scardino, 27 anni di Furnari, Franca La Rocca, 50 anni di Salina, e Loredana Giuffrè, 55 anni di San Pier Niceto, che avrebbero determinato l’architetto Giuffrè a redigere un atto di stima di un terreno sito nel comune di Furnari, falso nella parte relativa alla stima del bene per la successiva vendita.
Il funzionario, quale autore materiale, avrebbe attestato nell’atto indicato un valore per la vendita pari a 3.944,80 euro, quando il terreno sarebbe stato da stimare in più di 368 mila euro. La stessa dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina avrebbe procurato un ingiusto vantaggio ai privati concorrenti, indirizzando la falsa stima del terreno sito in Furnari agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana che nel mese di luglio del 2014 autorizzava la vendita in favore di Scardino e La Rocca per poi stipulare il contratto di compravendita presso il notaio in Barcellona Pozzo di Gotto l’11 settembre 2014. I funzionari della Regione Sicilia Ninfa Cangemi, 57 anni di Monreale (difesa dall’avvocato Piero Capizzi), e Dania Ciaceri, 62 di Palermo, secondo l’accusa, avrebbero favorito intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale agli stessi privati, “arrecando danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato. Per le due funzionarie regionali è scattata la sospensione dal servizio per sei mesi.
La complessa attività di indagine svolta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Messina e coordinata dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni, era stata arricchita dal contributo della Tenenza della Guardia di Finanza di Barcellona Pozzo di Gotto ed aveva consentito di suffragare le risultanze investigative. Era stato inoltre disposto ed eseguito il sequestro preventivo dell’area in questione ricadente nel Comune di Furnari.
La vicenda era stata portata alla luce da un servizio-denuncia realizzato dagli inviati del programma televisivo “Le Iene”, che ha fatto scattare le successive verifiche della magistratura.
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