Il messaggio dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi nella solennità dell’Immacolata Concezione
MONREALE, 8 dicembre – Come da tradizione, anche oggi, all’interno del duomo di Monreale si è tenuto il solenne pontificale officiato dall’arcivescovo Gualtiero Isacchi, in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione alla presenza delle autorità civili, militari e dei fedeli.
L'arcivescovo Gualtiero Isacchi si è rivolto alla comunità dei fedeli, ricordando Maria come donna di ascolto e fiducia. E' la donna che ha cercato di comprendere più profondamente, di capire come sia possibile vivere e obbedire a ciò che le viene annunciato. In lei, non è la paura di chi si nasconde, vi è piuttosto l'inquietudine di chi cerca un significato per la propria vita e per quella degli altri. Maria non ha paura, perché sa ascoltare la Parola di Dio.
Ecco che allora, ha sottolineato monsignor Isacchi nella sua intensa omelia, contemplare Maria nel mistero del suo concepimento e dell’annunciazione in cui si rivela la sua vocazione, provoca ancora l’uomo di oggi a decidere sul come stare in questa storia, su come vivere il servizio e i compiti che gli sono affidati. La prima modalità di risposta narrata dal racconto di Genesi, è quella di Adamo ed Eva. Dopo il loro peccato, si nascondono ed hanno paura, sono nudi e ne provano vergogna. La seconda possibilità la incontriamo nel Vangelo, ed è proprio la risposta di Maria, che non si nasconde, ma sta davanti all'angelo che le parla, senza paura e senza vergogna consapevole della sua piccolezza e fragilità.
“La Beata Vergine Maria Immacolata - ha affermato monsignor Isacchi nella sua omelia - ci invita, anzitutto, a scegliere chi e cosa ascoltare. Infatti, potremo rispondere alla domanda «dove sei?» solo rispondendo alla domanda: “Chi ascolti?”. Questo perché la persona diventa ciò che ascolta, non ciò che desidera, ciò che pensa, ciò che studia o ciò che dice, ma ciò che ascolta. La prima legge dell’esperienza religiosa di Maria è: Shemà Israel, Ascolta Israele (Dt6,4). Anche nell’esperienza cristiana l’ascolto è il passo fondante di ogni discepolato: la famosa regola di San Benedetto, ad esempio, si apre proprio con la parola “Ascolta”: “Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore”. Oggi Maria ci ripete che tutto inizia con l’ascolto e che la nostra storia è definita da ciò che ascoltiamo. Il secondo insegnamento riguarda la qualità dell’ascolto, la cui definizione troviamo sulle labbra di Maria alle Nozze di Cana: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv2,5). La celebrazione di questa grande Solennità ci dice: abbi fede, fidati e affidati. La vita vera matura e la si gusta non quando pretendiamo di controllare e di dominare, ma quando impariamo a fidarci e ad affidarci.
Carissimi fratelli e sorelle, affidiamo a Maria la nostra storia, il nostro cammino, la nostra vita. Come lei impariamo ad ascoltare facendo domande per comprendere meglio quale sia il progetto di Dio, ma a lei domandiamo la grazia di saperci fidare della Parola di Dio. Concludo facendo mie come augurio per tutti voi, alcune parole pronunciate da Papa Francesco alla preghiera dell’Angelus l’8 dicembre del 2013: “In questa festa contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall’amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio”.
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