Scellerato aprire quei punti di raccolta, non chiuderli

Arcidiacono replica alle dichiarazioni che Capizzi aveva rilasciato a Monreale News

MONREALE, 4 febbraio – “Il consigliere comunale Piero Capizzi, ex sindaco della città, ritiene una scelta scellerata quella di chiudere i due punti di raccolta che la sua amministrazione aveva aperto? Questo poco può destare stupore poiché in poche, sporadiche occasioni è accaduto che la si pensasse in modo concorde”.

Arriva dopo qualche ora la replica del sindaco Alberto Arcidiacono dopo le critiche che il suo predecessore, Piero Capizzi aveva rivolto su Monreale News al l’amministrazione comunale, per la chiusura dei due punti di raccolta dei rifiuti, di piazzale Candido, lungo la circonvallazione e a Fiumelato.
“Oggi , oltre alla mia persona – dice Arcidiacono – vedo contrapporsi alla opinione dell’ex sindaco Capizzi altri soggetti, certamente competenti in materia: mi riferisco all'Asp che ne ha disposto la chiusura e alla New System Service che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, i quali ritengono che la chiusura di detti locali fosse dovuta e indispensabile, poichè i siti individuati dalla loro amministrazione sono oggi, come allora, privi di servizi igienici, spogliatoi per gli operatori e di punti luce, tanto che la ditta Mirto venne multata proprio perchè operava in tali realtà.

La scelta scellerata c'è stata - aggiunge il primo cittadino – ma essa non è rappresentata dalla chiusura dei locali, ma dalla loro apertura. Non è comprensibile infatti come un avvocato, che con le norme e la legge ha sicuramente dimestichezza, possa avere autorizzato l'apertura di aree incapaci di soddisfare i requisiti minimi di sicurezza a garanzia di chi vi lavora e di chi ne deve usufruire. Con responsabilità – conclude il sindaco – si è proceduto alla chiusura di dette aree, e con altrettanta diligenza si sta procedendo al loro adeguamento. Sono consapevole che i cittadini incorreranno in una qualche difficoltà, ma sono certo che comprenderanno l'importanza di salvaguardare l'incolumità dei lavoratori”.