Il padre, l'assente inaccettabile

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
pur in un momento storico così drammatico, desidero esprimere brevemente il mio pensiero circa la prossima festa del papà, trasformata dalla società consumistica in un’occasione per fare pranzi e regali. Eppure si tratta di una festa importante perché oggi più che mai si avverte la mancanza ed il bisogno del padre.

Durante la mia lunga esperienza professionale ho potuto constatare che i fatti che hanno per protagonisti i ragazzi e gli adolescenti, con riferimento anche agli episodi di bullismo e di vandalismo che si sono verificati nel nostro territorio, sono segnali di un disagio non attribuibile semplicemente al ceto sociale di appartenenza, a contesti particolarmente svantaggiati o allo “straniero”. Né, credo, siano da attribuire oggi se non parzialmente agli effetti psicologici della pandemia. Infatti, a rendersi responsabili di condotte trasgressive, non sono solo i soggetti segnati fin da piccoli da una mancata inclusione, ma anche figli di famiglie appartenenti ai ceti sociali più abbienti. Sono ragazzi ancora alla ricerca di una identità, vittime di una profonda solitudine esistenziale, ripiegati dentro un mondo sprovvisto di senso e di prospettiva e privi di un rapporto significativo con la propria comunità.

In una interessante pubblicazione lo psicoanalista Massimo Recalcati si chiede che cosa resta del padre oggi nelle famiglie. E’ una domanda che ci interpella profondamente ancora oggi. In molte famiglie, infatti, vi sono padri presenti fisicamente, ma in realtà ininfluenti, in fuga dalle loro responsabilità. Vi sono molti genitori, ma pochi padri.
Il sociologo Claudio Risè, in un suo interessante lavoro “Il padre, l’assente inaccettabile”, riporta un dato allarmante: dietro il 63 % di suicidi giovanili vi è la mancanza del padre, di un porto sicuro in cui potersi rifugiare nei momenti di maggior pericolo, di un appiglio solido al quale potersi aggrappare nei momenti di crisi e di smarrimento. In tutti quei casi in cui il padre per varie ragioni è assente, potrà essere di grande aiuto un’altra figura forte di riferimento (nonno, educatore, sacerdote….).

Se non c’è una figura maschile significativa, i ragazzi rischiano di crescere senza la consapevolezza del proprio valore, senza lo spirito a lottare per costruire il proprio futuro, a superare con coraggio gli inevitabili insuccessi. Le famiglie dove i padri vengono messi in ombra, dove si inculca disistima nei loro confronti, sono destinate a generare persone deboli e incapaci di sopportare le frustrazioni.

Ogni adolescente ha bisogno di un padre per crescere e maturare, un padre che gli sia vicino in ogni situazione, anche quando non è facile, che non abdichi al suo ruolo educativo e formativo, che dica dei “No”, se necessari, ma sempre pronunciati con estremo rispetto ed amorevolezza. Un padre che lo supporti nella definizione dell’identità, che lo renda capace di camminare da solo aiutandolo a staccarsi dal nido materno, che gli trasmetta una forza interiore che gli consenta di non essere travolto dalla difficoltà della vita. Un padre autorevole non in forza del suo potere o della disciplina che impone, ma per la sua testimonianza, per la sua coerenza tra ciò che proclama e la sua vita vissuta, per la sua capacità di essere una fonte inesauribile di energia e di speranza