Interessante iniziativa teatrale promossa da tre docenti della scuola. LE FOTO
ALTOFONTE, 8 giugno – “A Voce Alta”: un’esperienza di teatro presso l’Istituto comprensivo Armaforte di Altofonte. Protagoniste tre docenti: Maria Concetta Di Salvo, Gabriella D’Anci, Nicoletta Gualdasaio, che, avendo a cuore una scuola inclusiva e accogliente, hanno portato avanti l’idea di fare teatro in classe.
Ciò ha stimolato il lavoro di tutti e di ciascuno, unendo parole, gesti, suoni, immagini, forme, colori, come solo il teatro rende possibile.
La tematica da portare in scena “il bullismo” è stata scelta dagli alunni, non sono state assegnate parti scritte, ogni parola è nata, è accaduta; non sono state allestite scenografie precostituite, ma sono state offerte occasioni di creatività, privilegiando la libertà di espressione di tutti.
La storia da mettere in scena è stata costruita di giorno in giorno, parola su parola, ciò ha costituito un momento straordinario di relazione educativa, unendo in un unico pathos gli alunni e avvicinandoli tutti verso un obiettivo comune: “rendere spettacolo ciò che stiamo costruendo”. Per fare emergere nuove idee ed opinioni costruttive ci si è avvalsi di brainstorming: le maschere bianche, gli ombrelli colorati, la scelta delle musiche, il pensiero scritto sulla maglietta, tutte bellissime idee che sono nate all’interno di questo continuo dialogo educativo durato mesi.
Costruiti i dialoghi, scelte le musiche, man mano che il copione prendeva forma è stato necessario scegliere i ruoli. (Momento tanto difficile, quanto divertente!) Ognuno, pian piano, è entrato in scena prendendo coscienza sia del proprio corpo che delle proprie possibilità espressive nello spazio scenico. Il teatro è stato vissuto come coscienza della propria dimensione in rapporto a tutto il resto, in tal modo è nata maggiore collaborazione, reciprocità e fiducia tra pari.
Questa bellissima esperienza ha permesso a tutti di discostare il sipario da realtà vicine e spesso incomprensibili ed entrare nel mondo libero della fantasia e della creatività. In effetti, assumendo il punto di vista di chi va in scena, dell’altro da sé, dell’attore, si cresce con una visione meno egocentrica della propria personalità. Uno stimolo per tutti.