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Monreale, mercoledì si inagura la mostra ''La follia e la filosofia'': è ralizzata dai ragazzi del liceo ''Mario D'Aleo''

| Giuseppe Cangemi | Appuntamenti

Appuntamento al MAM alle ore 17

MONREALE, 22 maggio – Continua al Museo dell'Arte e del Mosaico il fitto calendario di attività culturali programmate. Dopodomani, mercoledì 24 maggio, alle ore 17, si inaugura la mostra dal titolo “La follia e la filosofia”, mostra grafico-pittorica e plastico-scultorea degli allievi delle classi 4A, 5A, 2B e 5B del liceo artistico Mario D’Aleo.

Referente è il professore Rotolo Girolamo, gli altri docenti coinvolti: Margherita Amabile, Dorotea Moncada Dorotea, Giovanni Alvich. La presentazione introduttiva sarà curata da Giovanni Ferraro,
psicologo-psicoterapeuta.

La mostra “la follia e la Filosofia” è frutto di un percorso creativo, sul piano esperienziale ed esistenziale; si tratta di un cammino che ha messo in connessione arte, filosofia e psicologia, per la realizzazione di opere Grafico/Pittoriche e Plastico/Scultoree di una certa rilevanza simbolica, e che hanno quale filo rosso quello della “follia”, una condizione umana che sfugge alle definizioni e talvolta anche alle diagnosi, per via della sua alta complessità in termini umani ed esistenziali; tuttavia essa ha persino il potere di allontanare l'individuo dalla realtà e dalle convenzioni sociali, come una forma di ribellione e di creatività.

Le opere artistiche proposte dagli studenti, coadiuvati sapientemente dai loro docenti, sono per lo più di genere metafisico e surreale, poiché questo sembra essere il registro da essi maggiormente ricercato per riprodurre il delicato rapporto tra la dimensione conscia ed inconscia della nostra esistenza, come il pensiero di Freud ci insegna.
La dimensione onirica infatti è quella che principalmente è stata proposta attraverso le varie opere grafiche, probabilmente poiché essa si trova a cavallo tra la sfera della razionalità e quella del non senso; lo stato alterato di coscienza, identificato quale veicolo privilegiato nel viaggio archetipico, è un vissuto che viene ripresentato soprattutto nelle realizzazioni plastico scultoree .
Evidente sembra poi l’intento di esprimere la cosiddetta altalena delle emozioni e dei vissuti, tipica della fase di crescita che i ragazzi attraversano nel corso dei loro anni adolescenziali; nello specifico le dicotomie vengono rivisitate con cura, offrendo il senso della continua dialettica tra bene/male, ordine/caos, psiche/soma, Io/non io , me/altro, felicità/tristezza, fragilità/progettualità.
Palese emerge l’intento di descrivere il potente scambio esistente tra corpo e mente, in quello che viene definita dimensione psicosomatica o somatopsichica; più nello specifico alcune opere vogliono riproporre l’inscindibilità tra psiche e soma; in questo senso viene illustrato come il corpo parli del disagio emotivo e lo esprima attraverso i suoi organi; altresì viene ben evidenziato il processo inverso, attraverso cui la mente esprime il disagio fisico, dissociandosi dal reale.

La bipolarità della dimensione esistenziale viene resa in tutta la sua essenza, proponendo anche qui la dicotomia tra l’ombra e la luce dei vissuti interiori. L’ansia e i pensieri depressivi vengono colti e resi più visibili e tangibili attraverso il registro grafico, nonché mediante l’utilizzo della materia; questi vissuti vengono efficacemente rappresentati con tutto il loro intrecciarsi “metallico” tra le pieghe della vita e dell’intera esistenza.
Gli studenti del liceo artistico hanno saputo cogliere, ancora una volta, l’occasione di potersi esprimere liberamente e pienamente, mettendosi in discussione e rintracciando in se stessi tutte quelle dimensioni simboliche che meglio potevano descrivere il tema della follia e della genialità insita nell’atto creativo. Questa esperienza contribuisce ad accrescere il loro potenziale di sviluppo espressivo, esorcizzando la paura del giudizio ed esperendo pienamente la sinergia prodotta con i docenti e tutte le figure interne alla dimensione scolastica.

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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