MONREALE, 31 dicembre – Su una cosa, probabilmente, possiamo essere tutti d’accordo: di motivi per sorridere, rispetto a dodici mesi fa, ce n’è qualcuno in più. A spingerci verso questa affermazione emergono ragioni molteplici, che crediamo evidenti.
Le preoccupazioni legate alla diffusione del virus non sono ancora sopite, ma – fortunatamente – sono meno forti rispetto al passato e se oggi parliamo del covid come di una normale influenza, i cui effetti sono ben più miti di quelli di inizio pandemia, lo dobbiamo – siamo convinti – al comportamento serio e responsabile di chi ci ha governato ed ha condotto una lunga campagna vaccinale, che si è rivelata efficace.
Tuttavia l’evolversi della lotta al coronavirus verso acque meno tempestose sta producendo, per fortuna, effetti positivi anche in altri settori, in primis quello sociale ed economico. Oggi, giusto per capirci, abbiamo meno remore ad abbracciare un amico o a stringere la mano a un conoscente, restrizione che ha molto pesato nei nostri rapporti interpersonali nell’ultimo biennio, soprattutto in una cultura, come la nostra, in cui il contatto diretto col prossimo è valore fondante del nostro vivere. Per non parlare del ritorno verso la normalità del settore commerciale che si staglia all’orizzonte, che, pian piano, sta restituendo serenità a chi per due anni buoni ha temuto fortemente per il futuro della propria attività.
Non possiamo dimenticare, però, che a mettersi di traverso, in questo clima di progressiva rinascita, c’è un conflitto bellico, lontano da casa nostra, sì, ma i cui effetti, al di là di quelli immediati di morte e distruzione che fortunatamente non ci coinvolgono direttamente, constatiamo giornalmente sulla nostra vita e soprattutto sulle nostre tasche.
Anche a Monreale, venendo alla stretta cronaca della nostra realtà, abbiamo motivo per guardare al 2023 che bussa alle porte con cauto ottimismo e con giustificata fiducia. Il fermento di opere pubbliche che ha riempito e continua a riempire le pagine dell’informazione locale lo prendiamo come un importante segnale di ripresa, che potrebbe portarci verso una migliore vivibilità della nostra amata cittadina.
Anche il clima politico, all’insegna di una stabilità che sembra consolidata, non dovrebbe riservare sgradite sorprese a chi pensa che la continuità sia elemento importante per la crescita e lo sviluppo di un territorio.
Attacchiamoci a tutti questi piccoli, ma importanti segnali, quindi, per guardare all’anno nuovo con la speranza di chi ha zoppicato e che adesso vuole tornare a camminare o addirittura a correre.
In tutto questo, ribadiamo il nostro appello al nuovo vescovo, monsignor Isacchi, così come avevamo fatto nel giorno del suo insediamento nello scorso mese di luglio, affinché anche la Chiesa di Monreale possa essere compagna fidata, se non addirittura assoluta protagonista, di questo importante processo di sviluppo della nostra comunità, con un occhio di riguardo verso i nostri giovani, sempre i più bisognosi di attenzioni e per i quali vanno spese le energie migliori.
A poche ore dalla chiusura di questo 2022, che salutiamo, per fortuna, senza l’acredine con cui ci eravamo congedati dai due anni precedenti, mi piace prendere a prestito una frase usata spesso dall’ex sindaco di Palermo, professor Leoluca Orlando: speriamo che il 2023 sia migliore del 2022, ma peggiore del 2024.
Buon anno a tutti.
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