Monreale, oggi la tradizionale celebrazione della Domenica delle Palme

Isacchi:''In un tempo in cui assistiamo a guerre, a mancanza di dialogo, alla mancata apertura verso l'altro, non possiamo essere spettatori, poichè il crisitano vive la Passione di Gesù e si sente fratello di chi soffre''

MONREALE, 24 marzo – Chiese piene oggi a Monreale, in occasione della Domenica delle Palme, in cui la Chiesa celebra l’ingresso di Cristo in Gerusalemme, che precede la Settimana Santa.

In ogni parrocchia si è tenuto il tradizionale rito delle benedizione delle palme e dei ramoscelli d'ulivo. Per la basilica cattedrale il rito si è tenuto presso la Chiesa di San Giuseppe, presieduto dall’arcivescovo Gualtiero Isacchi, che ha poi guidato la processione al duomo, dove si è tenuto il tradizionale Pontificale. A caratterizzare la celebrazione odierna la lettura del brano del vangelo “Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”, che quest’anno è stato quello di Marco.

“Oggi - ha affermato l’arcivescovo Gualtiero Isacchi - esprimiamo la volontà di iniziare un cammino con Gesù verso Gerusalemme. Dobbiamo chiederci se intendiamo muovere i nostri passi con Gesù fino al calvario. Chiederci se vogliamo essere con lui, solo così potremo sperimentare la gioia della Pasqua. Partecipare della morte e resurrezione di Gesù significa aderire concretamente al richiamo cui la processione della Domenica delle Palme ci invita. Sotto la croce con la morte di Gesù tutto si rovescia, occorre entrare con questo mistero. Sotto quella croce - ha concluso l’arcivescovo- anche un centurione si chiese se davvero quest’uomo fosse figlio di Dio. L’uomo della croce è il volto glorificato del padre ed è proprio dalla professione di fede di quel centurione che inizia una storia nuova. In questo tempo - ha concluso il presule - siamo richiamati a riconoscere il volto di Dio. In un tempo in cui assistiamo a guerre, alla mancanza di dialogo, alla mancata apertura verso l’altro, non possiamo restare spettatori, poiché il Cristiano vive la passione di Gesù e si sente fratello di chi soffre”.