Riceviamo e pubblichiamo...
A volte per presunzione, faciloneria, sbadataggine o semplice pigrizia si svilisce quanto invece dovrebbe essere preservato e tutelato e che dovrebbe costituire la base di un vivere civile in una comunità.
Mi riferisco all’istituto della Democrazia Partecipata che dal lontano 2017, grazie ad una legge regionale, la n. 5 del 2014, viene attuato anche nella nostra città di Monreale e che destina il 2% delle somme trasferite dalla Regione Siciliana al ai comuni e che tale somma dovrebbe essere sospesa per la realizzazione di iniziative di interesse comune.
Inoltro queste mie considerazioni, visto l’esito dei risultati ottenuti, non per criticare l’operato dell’amministrazione, bensì per sollecitare la stessa ad essere nel futuro più accorta e veramente partecipativa.
Quest’anno hanno partecipato al questionario solamente 59 soggetti che hanno espresso ben 57 preferenze per l’acquisto di attrezzature sportive, 1 per l’acquisto di arredo urbano e cestini per le deiezioni degli animali e 1 per acquisto di defribillatori da installare nel centro della città e nelle frazioni. Mentre le altre proposte quali promozione del territorio su emittenti televisive, acquisto di materiale scolastico per le famiglie indigenti ed acquisto di targhe in mosaico per i toponimi cittadini non hanno raccolto neanche una preferenza.
Sorge evidente quindi che qualcosa in questo Istituto non va per il verso giusto e mi permetto pertanto di suggerire all’amministrazione alcuni accorgimenti per ovviare ai fallimentari risultati ottenuti quest’anno.
1) Le proposte, dovrebbero scaturire dopo un incontro preventivo fatto con le varie associazioni, culturali e non, ferma restando la facoltà da parte dell’amministrazione di poterne inserire delle nuove. Tenere questo incontro oltre a coinvolgere veramente i cittadini in una partecipazione democratica, accrescerebbe il senso di comunità;
2) Necessita una più massiccia pubblicizzazione negli organi di stampa locali chiarendo e spiegando il fine e gli obiettivi cui mira l’istituto della Democrazia Partecipata;
3) Occorre, a mio avviso, inserire una casella in bianco con la precisazione “Altro”, ove il singolo cittadino possa esprimere e manifestare il proprio intendimento e la propria scelta;
Se invece, si continuano a percorrere strade già percorse nel passato, ove si adempie all’ultimo minuto per rispettare i termini che la legge impone, ove le scelte vengono decise al momento in una riunione di giunta assessoriale, ove la cittadinanza non è minimamente coinvolta e sollecitata, assisteremo con nostro grande rammarico ad un deludente risultato.
Volevo semplicemente avanzare questo mio contributo senza assolutamente fare polemica ma con spirito critico, costruttivo e collaborativo.
* Presidente dell'associazione "Liberi di Lavorare"