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Oggi il pontificale dell'Immacolata. Isacchi: ''Seguiamo il modello di umanità di Maria''

| Giuseppe Cangemi | Cronaca varia

Un modello di umanità capace di assumersi le proprie responsabilità davanti alla parola di Dio

MONREALE, 8 dicembre - Stamattina, giorno della Solennità dell'Immacolata, come da tradizione, ha avuto luogo il consueto omaggio floreale alla Madonna da parte dell'Arcidiocesi e del Comune all’esterno del duomo in piazza Guglielmo II alla fine del pontificale, officiato in cattedrale dall'arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi.

La cerimonia si è tenuta alla presenza delle autorità, tra cui il sindaco Alberto Arcidiacono e il presidente del Consiglio comunale e deputato regionale Marco Intravaia, il comandante della compagnia dei carabinieri, capitano Niko Giaquinto. L’omaggio floreale è stato quest’anno particolarmente ricco e rappresentativo di tutte le componenti della comunità parrocchiale della cattedrale e della Confraternita del Santissimo Crocifisso che hanno voluto partecipare con un proprio dono floreale al solenne momento.

Particolarmente intensa e significativa l’omelia dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi che ha invitato a vivere questo giorno come un giorno nuovo, in cui ripensare il nostro modello di umanità, interrogandoci se davvero la nostra vita è attraversata dallo stesso spirito che ha caratterizzato Maria e la sua scelta.

“La solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, aurora del Natale, ci aiuta a prepararci all’incontro con il Signore che viene - ha affermato monsignor Isacchi in apertura della sua omelia. “Questa festa ci interpella più di quanto pensiamo, l’Immacolata Concezione - ha continuato il presule - ci riguarda direttamente e ci ricorda della nuova possibilità di vita in cui Dio ci ha inseriti. Ci chiede di interrogarci su quale modello di umanità seguiamo se quello di uomini e donne convinti di cavarsela senza Dio o, al contrario, come Maria capaci di assumerci la nostra responsabilità davanti alla parola di Dio. Maria, infatti, consapevole della propria fragilità, si mette in gioco, affidandosi al progetto di Dio. Questa è l’umanità che ci affascina e ci abbaglia - ha concluso l’arcivescovo - l’umanità capace di abitare il paradiso terrestre. Un‘umanità capace di porsi domande su come sia possibile perdonare, non dare colpe agli altri, ma come quella proposta da Maria che ci insegna ad assumerci le nostre responsabilità in un mondo che spesso ci spinge a vivere senza Dio. Seguiamo, allora, il modello di umanità di Maria, un modello di umanità sorretto dalla purezza dello Spirito Santo. Possiamo continuare a nasconderci dando la responsabilità di quanto accade agli altri e restare nudi, oppure affermare come Maria il compimento della parola di Dio nella nostra vita”.



· Enzo Ganci · Editoriali

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