''Patto per la lettura'', presentati soltanto 4 loghi

L’imbarazzo della commissione, in sede di valutazione, constatando la mancata partecipazione della scuola D’Aleo e degli artisti locali

MONREALE, 23 aprile - Le aspettative, se consideriamo che Monreale, città della tradizione musiva, è sede di un importantissimo liceo artistico, erano certamente alte e soprattutto differenti: il bilancio finale dell’avviso pubblico bandito dall’amministrazione comunale per la realizzazione di un logo da attribuire al progetto “Patto locale per la lettura della Città di Monreale” può, senza ombra di dubbio, essere valutato purtroppo in modo negativo.

Ieri mattina, presso Casa Cultura Santa Caterina, infatti, la commissione costituita dalla consulente del sindaco per le “Attività culturali” Amelia Crisantino e dai referenti dei quotidiani locali, alla presenza dell’assessore ai Beni culturali Letizia Sardisco e del consigliere comunale Fabrizio Lo Verso, non ha potuto fare a meno di constatare, in sede di valutazione, tra i quattro elaborati revisionati, la mancata partecipazione degli allievi della scuola Mario D’Aleo. Ma non solo. Prendendo atto della qualità dei progetti valutati, a disertare, sarebbero stati oltretutto i diversi artisti e disegnatori locali. Seppur presentati in forma anonima, elaborati e rispettive relazioni, si discostavano dalle note doti dei soggetti monrealesi di cui, anche in maniera implicita, sarebbe stato possibile riconoscerne la firma per via delle straordinarie capacità rappresentative.

È possibile che il flop registrato nella giornata di ieri, sia dovuto al breve preavviso o, possibilmente, alla campagna di comunicazione osservata. Ipotesi, quest’ultima, che riteniamo comunque di dover scartare a conferma delle numerose adesioni ricevute per la sottoscrizione del patto, attraverso un bando complementare. Tuttavia, i dati registrati, ci obbligano ad osservare una seria riflessione e forse, un coinvolgimento maggiore delle istituzioni scolastiche e la massiccia partecipazione anche solo delle classi composte da studenti maturandi, avrebbero senz’altro evitato alla commissione quell’amaro in bocca oltre che un profondo rammarico.