Quando a teatro la cooperazione tra donne funziona: applausi per ''U viaggiu ri Penelope ''
Ieri sera un’altra apprezzata rappresentazione teatrale al cinema Imperia
MONREALE, 29 aprile – Metti un gruppo di donne che decidono di lavorare assieme. Metti che scrivano a più mani un bel testo teatrale e poi lo interpretino come si deve, trasmettendo emozioni e strappando applausi.
È quello che è successo con la messa in scena di “L'altra Odissea - U viaggiu ri Penelope”, rappresentato ieri sera con successo al cine teatro Imperia, ancora una volta pieno di gente.
Una “piece” nella quale la protagonista femminile del poema omerico, intepretata da Fabiola Termini, affronta il suo viaggio in compagnia della nutrice Euriclea (Valentina Lucchesi) per andare alla ricerca delle donne che Ulisse ha incontrato durante il suo lungo girovagare durato ben dieci anni, dopo la conquista di Troia.
Il lavoro, promosso dalla Pro Loco, nasce da un’idea di Amelia Crisantino e Mariella Sapienza ed è stato scritto dalla stessa Sapienza e da Pina Romeo, Maria Rita Curcio, Pina Sirchia, Maria Trifirò, Rosa Granà, Maria Pecora, sotto l’ottima direzione di Francesca Vaglica.
È stato un lavoro d’equipe, dunque, dove ciascuna delle autrici ha dato proficuamente il proprio contributo soffermandosi sulle figure femminili: da Nausicaa figlia di Alcinoo, re dei Feaci (Laura Gestivo) alla ninfa Calypso (Giusy Salamone), alla maga Circe (Ilaria Intravaia), alle immancabili sirene (Costanza Nicolosi, Marina Autovino e Desiree Infantino).
La figura di Ulisse non compare mai sulla scena, ma la sua presenza aleggia dall’inizio alla fine (a cominciare dalla voce di Dante fuori campo di Paolo La Bruna), perché tutto il racconto è incentrato sul suo viaggio, sempre finalizzato alla nuova conoscenza, sulla sua idea ferma, durante la lunga navigazione, di tornare a casa da Penelope che cuce e scuce la sua tela, diventata ormai proverbiale. Un viaggio caratterizzato dalla presenza di donne alle quali si è piacevolmente concesso, ma che non hanno mai catturato fino in fondo né la sua testa, né il suo cuore.
Penelope, che comunque vanta il primato sulle altre donne con cui ha condiviso il marito, si batte fortemente perché le cose non vadano sempre come è toccato a lei: cioè aspettando un uomo che sta altrove, resistendo alle “avances” dei Proci e che la ha relegata ad un ruolo secondario e di eterna attesa. È Penelope che afferma il ruolo e l’indipendenza delle donne, spesso più forti e più determinate degli uomini.
L’appuntamento, ancora una volta andato nel migliore dei modi ed apprezzato dal pubblico, ha ribadito, anche ieri, quanto può essere importante la spinta teatrale all’arricchimento culturale di una comunità, soprattutto se le interpreti (ieri tutte al femminile, tutte bravissime) garantiscono ottimi standard di qualità, feeling col palcoscenico ed empatia col pubblico.
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