Patto per la lettura, la scrittrice Ester Rizzo ieri a Casa Cultura

L’iniziativa è stata organizzata dalla Pro Loco di Monreale

MONREALE, 17 febbraio – Pomeriggio molto interessante, quello di ieri, alla biblioteca comunale Santa Caterina, in occasione dell’incontro con Ester Rizzo organizzato dalla Pro Loco nell’ambito delle iniziative allestite sotto l’egida del Patto per la lettura sottoscritto a Monreale.

Ester Rizzo, scrittrice siciliana che pubblica con Navarra editore, nell’ultimo decennio ha affrontato la storia delle donne soprattutto meridionali. Al 2014 risale la pubblicazione del suo primo libro, Camicette bianche. Oltre l’8 marzo, che ricostruiva la storia delle ventiquattro donne siciliane morte nell’incendio del 25 marzo 1911 a New York, chiuse dentro una fabbrica di camicette bianche. Per quel libro la scrittrice condusse un’inchiesta fra archivi, registri dell’anagrafe e vecchi giornali, raccogliendo ogni traccia e mettendo assieme gli indizi: un lavoro da ricercatrice empatica che l’ha battezzata scrittrice.

Gli altri libri pubblicati da Ester Rizzo nei dieci anni trascorsi da allora non hanno abbandonato il “pianeta donna”, osservando storie piccole e grandi sempre con l’intenzione di tirare fuori dall’oblio donne dimenticate. Il labirinto delle perdute si intitola il libro dove racconta alcuni casi esemplari, ricostruiti con un lungo lavoro di ricerca che si affianca all’altro impegno come coreferente per la Sicilia dell’Associazione Toponomastica femminile.

L’incontro con Ester Rizzo, al quale ha partecipato pure l’assessore Letizia Sardisco, è stato curato dalle volontarie del circolo di lettura della Biblioteca. Ognuna ha parato e letto a partire da un suo libro dando un’impronta quasi teatrale e senz’altro originale a tutto l’incontro. È stata una iniziativa particolare, che ha visto protagonista anche la biblioteca.
Infatti, non si è trattato soltanto di ospitare un incontro ma di crearlo e in biblioteca, nel corso delle riunioni che le volontarie del circolo di lettura tengono nelle sue stanze, si è lavorato per realizzarlo.
Si tratta di una pratica di cittadinanza attiva che comincia a dare dei risultati: a Monreale ci sono dei cittadini, per essere precisi delle cittadine, che lavorano assieme e donano alla comunità il risultato del loro lavoro.