Gli oggetti sacri spariti: una lunga lista che manca all’appello

E poi c’è la strana vicenda della chiesa del Monte, con una Sant’Agata “tagliata” da un quadro. LE FOTO

MONREALE, 15 giugno – La vicenda uscita fuori la settimana scorsa, relativa agli oggetti sacri che sarebbero stati sottratti dal museo diocesano, ha tutta l’aria di essere ben più estesa e riguardare numerosi preziosi sulla cui fine aleggia un fitto velo di mistero.

Oggetti che avrebbero fatto parte per diverso tempo del patrimonio della diocesi di Monreale e sulla cui destinazione adesso si sa poco, se non che molti sono delle copie di modico valore (a volte fedeli, a volte meno) rispetto agli originali, assai preziosi.
Va chiarita subito una cosa: per alcuni di essi, così come hanno fatto sapere le forze dell’ordine, dovrà rispondere G.C. il restauratore che i carabinieri hanno denunciato a piede libero, ricostruendo una serie di passaggi. Per altri oggetti, invece, le indagini sembrano essere più indietro ed al momento non c’è un presunto responsabile. Per altri ancora, infine, non esiste nemmeno una denuncia sporta.


Quel che è certo è che il “vaso di Pandora” di fronte al quale si è in presenza, è un argomento del quale in molti parlavano da tempo e sul quale non mancavano i commenti più svariati e più o meno fondati.
Tra gli oggetti sui quali sembra concentrarsi l’attenzione degli investigatori ci sarebbe il “tesoro” della Madonna del Rosario, verso la quale negli anni passati era sentita la devozione e che andava in processione la prima domenica di ottobre. La statua della Vergine, assieme al bambinello, era stata dotata dalla generosità e dalla devozione di facoltosi fedeli di una serie di monili: da corone, a bracciali, ad orecchini, a collane. Tutta roba sulla cui autenticità attuale sono in molti a nutrire più di un dubbio. Oggetti che dall’opera pia mortuaria (proprietaria) passarono negli anni scorsi al Museo diocesano, perché venissero ivi esposti assieme a tanti altri oggetti sacri.
All’appello, stando ai bene informati, mancherebbe pure la croce vescovile di monsignor Carpino, indimenticato arcivescovo di Monreale, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, prima che venisse destinato ai suoi incarichi prima di cardinale di Palermo, poi di grande esponente della chiesa romana in Vaticano.
Chi conosce le vicende dei tesori della diocesi, però, parla un destino oscuro riguardante pure gli oggetti della Madonna del Carmine, che un tempo risiedeva nella omonima chiesa, da anni, ormai, chiusa per restauro.

Ma la chiesa che ha subìto le più cospicue espoliazioni è quella di Sant’Agata al Monte, che sorge nella traversa compresa tra la via Palermo e la via Umberto I. Il sito, attualmente, chiuso per restauro, un tempo era considerato uno scrigno di tesori, ricco di decorazioni e di grande pregio artistico. Al suo interno, alla destra di un grande quadro raffigurante una Madonna col bambino, alla destra campeggiava la figura di Sant’Agata. Figura che è stata brutalmente tagliata, privando l’opera di una parte importante, in pratica mutilandola irrimediabilmente. Per non parlare del pavimento, le cui mattonelle sono sparite chissà dove. Insomma ci sarà ancora tanto lavoro per gli inquirenti. Al momento resta però solo l’amarezza per un patrimonio artistico che sembra essersi volatilizzato e che chissà se e quando, potrà tornare alla luce.