San Cipirello, piazza intitolata a Caronia-Sonnino, ma manca l’autorizzazione del Prefetto

Nella richiesta inoltrata dal Comune non viene citato Sonnino

SAN CPIRELLO, 31 maggio – Piazza Caronia-Sonnino intitolata ma senza l’autorizzazione del Prefetto. La scorsa settimana l’amministrazione comunale ha scoperto una targa metallica che dedica la piazzetta del quartiere Anime sante al pediatra di origini sancipirellesi, Giuseppe Caronia, e al demografo romano Eugenio Sonnino.

Una cerimonia a cui aveva preso parte, oltre ai familiari dei due luminari, anche Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. Caronia, scomparso nel 1977, tra il ’43 e il ’44 salvò –infatti- dai rastrellamenti nazi-fascisti 89 tra ebrei e antifascisti, ricoverati con una finta diagnosi. Tra i suoi “pazienti” c’era anche Sonnino, che diventerà demografo di fama internazionale e docente dell’Università La Sapienza. Scomparso nel 2012, Sonnino si impegnò affinché il nome di Caronia figurasse nell’elenco dei “Giusti tra le nazioni”. Di qui la decisione del Comune di accogliere il suggerimento della docente di Storia ebraica, Micol Ferrara, di intitolare la piazza ad entrambe le figure.

La richiesta di autorizzazione al Prefetto, preparata solo il giorno prima della cerimonia, non fa però nessun riferimento alla figura di Sonnino. Nella determina sindacale firmata dal primo cittadino Vincenzo Geluso viene chiesta l’autorizzazione soltanto per Caronia. Un’istanza che difficilmente però poteva essere autorizzata in 24 ore. Prima occorre acquisire il parere dell’Istituto di Storia Patria. E la procedura prevede, tra l’altro, che la richiesta avvenga con una delibera di giunta e non con una determina sindacale.
L’intitolazione della piazzetta di San Cipirello era uno degli eventi della “Settimana della legalità”, il cui programma era noto da tempo. E che è stato impreziosito anche dalla realizzazione di un’opera di Street-art donata da Eliseo Sonnino, figlio del demografo scampato alla follia nazi-fascista. Ma per ironia della sorte a regolamentare l’intitolazione di strade e piazze è in Italia una legge del Ventennio.

La norma del 23 giugno 1927, tutt’ora in vigore, prevede che “nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l'autorizzazione del prefetto” e che “nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni”.
Così per dedicare una piazza ad un medico antifascista, morto nel 1977, e ad un perseguitato da regime, deceduto 6 anni fa, il Comune di San Cipirello ha violato, senza volerlo, una legge del V anno dell’Era fascista. Geniale se fosse una provocazione. Imbarazzante qualora fosse una dimenticanza.

(fonte e foto: vallejatonews.it)